Un viaggio "verde di natura", come ci piace definirlo, ma anche azzurro di mare.
Tonalità che si ritrovano perfettamente nella prima delle province che andiamo a visitare, Agrigento,
stretta tra le dolci pendici dei Sicani e le coste che si affacciano verso il blu del mare africano.
Questo territorio racchiude dieci gemme, dieci riserve naturali, veri e propri scrigni di biodiversità,
che ci raccontano di una natura generosa ed affascinante, di valori legati alle piccole isole,
di imponenti monti dai residui di antichi relitti boschivi, di fenomeni geologici di assoluta rilevanza
come nelle Macalube di Aragona o a Sant'Angelo Muxaro.
Dalle aree umide della foce del Fiume Platani e di Torre Salsa, prime stazioni di sosta per i
migratori che giungono dall'Africa e luoghi privilegiati di deposizione delle tartarughe caretta Caretta,
visiteremo le isole di Lampedusa e Linosa, ma poseremo il nostro sguardo anche sui
sistemi di Monte Genuardo, Monte Kronio, Monte Cammarata e sulla Valle del Sosio.
Si tratta nel complesso di riserve ben infrastrutturate e dotate di servizi di guida, accoglienza
ed assistenza, con soggetti gestori fortemente impegnati in programmi di educazione ambientale ed attività
di ricerca scientifica.
Riserva orientata Fiume Platani
Innanzitutto la “Riserva Naturale Orientata del Fiume Platani“, 200 ettari di macchia mediterranea a
cavallo fra i Comuni di Ribera e di Cattolica Eraclea, confinante con il sito archeologico
di Eraclea Minoa, riserva gestita dall’Azienda regionale Foreste Demaniali (Numero Verde 840700839).
La foce del fiume, con i suoi ambienti umidi e le sue dune dove cresce rigoglioso il giglio marino,
è habitat ideale per diverse specie di uccelli migratori, tra cui l'airone cinerino, il cavaliere
d’Italia, il falco di palude e quello pellegrino.
L'area, di fatto il primo luogo di sosta per gli uccelli provenienti dall'Africa, è luogo
privilegiato per il pendolino.
In assoluta compatibilità con le condizioni naturali, l'Ente gestore organizza qui annualmente
di concerto con l'Ufficio Provinciale dell'Azienda Foreste una serie di eventi all'interno
della Rassegna "Platani, Foce in Festa".
Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa
La “Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa“, a Siculiana, prende il nome da una costruzione
voluta da Camillo Camilliani nel Cinquecento, ed è gestita dalla "sezione regionale" del WWF Italia.
Si estende per 750 ettari lungo un tratto di costa, segnato da dune bianche e spiagge di sabbia
finissima, sei chilometri di natura selvaggia con habitat diversi (duna, falesia, zona umida,
macchia mediterranea, colture tradizionali e, sul mare, la prateria di Poseidonia Oceanica) che
danno origine ad una biodiversità eccezionale, che spazia dall'istrice ai grandi rapaci come
il falco pellegrino, il gheppio ed il nibbio, ai trampolieri.
Suggeriamo, previo contatto con l'Ente gestore
il Wwf , via Roma 156/d 92010 Siculiana
Tel: 0922 818220
Fax: 0922 817995
www.wwftorresalsa.it
una visita alla zona denominata “Pantano”, luogo di sosta e di nidificazione di numerose specie
di uccelli acquatici.
Di rilievo anche l'interessante stratificazione di gessi in forma cristallina del terreno.
Le falesie di gesso si alternano alle marne calcaree a Globigerina, ricoperte, talvolta, da strati
di argilla.
I turisti più incalliti le conosceranno già.
Le Pelagie, le isole di Linosa e Lampione, e Lampedusa.
Riserva naturale Isole Pelagie Linosa e Lampione
La “Riserva naturale Isole Pelagie Linosa e Lampione“, istituita nel 2000, è gestita dall’Azienda
delle Foreste Demaniali, numero verde 840700839.
Linosa, più vicina alle coste africane che alla Sicilia, estesa per appena 6 km quadri,
costituisce un ambiente particolarissimo, in cui crescono oltre 200 specie vegetali ed è rinserita
nell'elenco delle più importanti aree europee di nidificazione.
Questo è il regno della chiassosa berta maggiore.
Narra Ulisse la leggenda secondo cui tratterebbesi dei compagni di Diomede, tramutati in uccelli dopo
un naufragio.
Nei pomeriggi d'estate, attraversare in barca le acque ricoperte dallo stormo fa un certo effetto.
Da tempo sull'isoletta opera un centro di recupero fauna selvatica, l'Hidrosfera, che
si occupa di tartarughe Caretta Caretta allamate per errore.
Ogni due anni è possibile assistere alla schiusa delle uova.
Sullo scoglio disabitato di Lampione, imvece, nidifica ancora il falco della regina, mentre
sott'acqua si riproducono lo squalo bianco e altre specie di squali pelagici.
Riserva naturale Lampedusa
Dichiarata riserva naturale orientata nel 1996 ed affidata a Legambiente (Sede della Riserva in via
V. Emanuele, 27 Lampedusa, oppure via Agrigento n. 67 Palermo).
Lampedusa nei suoi 300 ettari di estensione offre rifugio ad alcuni grandi rapaci, come i
falchi pellegrini e falchi della regina ed una specie presente solo qui, il marangone dal ciuffo.
Sulle sue sabbie dunose, oggi trova riparo la tartaruga caretta caretta, che ha scelto Lampedusa
come sito ideale per la ovodeposizione.
La spiaggia dei Conigli è forse il luogo più famoso per i turisti naturalisti: un ambiente
incontaminato scandito dalla spiaggia di sabbia bianca e finissima.
Alcune specie vegetali molto rare, quali la Caralluma europea, la Centaurea acaulis, i Ginepri fenici
sono sopravvissute al disboscamento.
Riserva naturale Monte Cammarata
Quattro riserve naturali abbracciano rilievi montuosi agrigentini, e tutte e quattro sono affidate
all'Azienda regionale Foreste Demaniali
(Ufficio Provinciale Azienda Foreste di Agrigento, via Esseneto,
tel. 0922.595911 numero verde 840700839), che conferma così il suo ruolo di primo piano nella
gestione delle riserve terrestri anche sulla scorta di professionalità tecniche e risorse
umane enormi.
Monte Cammarata, (1580 m slm), istituita per salvaguardare le numerose specie vegetali ed i falconiformi
della vetta custodisce una fitta vegetazione lecci e carrubbi, roverella, ed un sottobosco
con esemplari di camomilla e giaggioli, denti di leone, salvia e orchidee.
Se appare particolarmente significativa la presenza dei sorbi, alcuni alti quasi dieci metri, non
possiamo dimenticare alcuni rari endemismi quali anthemis puntata, jenecio siculus, bivonea luteam, salvia
argentea, iris pseudopumulia.
Ospita anche picchi rossi maggiore, corvi, poiane, gheppi, nibbi reali.
Riserva naturale Monte San Calogero o Monte Kronio
Ricade invece in territorio del Comune di Sciacca, monte San Calogero, o Monte Kronio, sistema naturale
ipogeo di grotte segnate da fenomeni termali particolari riconducibili ad un vulcanesimo secondario con
vapori saturi di sali sulfurei, a temperatura intorno ai 40 gradi.
Il monte, di natura calcarea, è colonizzato da una vegetazione fondamentalmente rupestre, mentre
sulla sommità nei pressi del Santuario si è insediata una pineta.
Gestione Azienda regionale Foreste Demaniali di Agrigento,
tel. 0922.595911 numero verde 840700839
Riserva naturale valle del Sosio
La dolce valle del Sosio, tra Burgio, Bivona, Palazzo Adriano e Chiusa Sclafani, costituisce
un ecosistema ricco di falde acquifere naturali, dove si è creato - ed ora tutelato, dal 1997
con riserva naturale orientata - un habitat ideale per alcuni rari grandi rapaci quali l’aquila
del Bonelli, il gheppio, il nibbio reale.
Nel tipico bosco di querci ed aceri, trovano riparo conigli e piccoli mammiferi.
Notevoli gli aspetti geologici e geopaleontologici, con presenze di rocce di tipo a calcari compatti.
Per questo sono facilmente reperibili durante l'escursione esempi di fauna e flora fossile.
La valle Sosio ospita lecci, roverelle e boschidi conifere.
E' una delle ultime stazioni del gatto selvatico.
Segnalata anche la presenza della martora, e tra i rettili, la vipera.
Gestione Azienda regionale Foreste Demaniali,
tel. 0922.595911 numero verde 840700839
Riserva naturale Monte Genuardo
Monte Genuardo, tra Giuliana, Sambuca e Contesse, è stata dichiarata riserva naturale orientata nel 1997,
per tutelare 2500 ettari che abbracciano anche Santa Maria del Bosco.
Tra sorbi, peonia, aceri campestri trovano rifugio alcuni grandi rapaci come gli avvoltoi o
il capovaccaio che dalle rocche più impervie non esitano ad intrufolarsi fra querce e
conifere a caccia di roditori e animali di taglia più grossa.
Queste quattro riserve, come detto, sono gestite dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali
(Ufficio Provinciale Azienda Foreste, tel. 0922.595911 numero
verde 840700839)
Riserva naturale Macalube
Abbiamo già rilevato le valenze geologiche del territorio agrigentino.
Un esempio ne è Aragona, comune su cui insistono le Macalube, vulcanetti di origine sedimentaria,
protetti dal '95 (affidati a Legambiente Comitato Regionale Siciliano -Via Agrigento, 67 - 90144 Palermo)
per tutelare un raro fenomeno geologico e la biodiversità faunistica che frequenta questi terreni
argillosi solcati da valloni, percorsi periodicamente da acque derivanti da concentrate
precipitazioni stagionali.
Dalla collina dei Vulcanelli sbucano una serie di vulcanelli di fango, alti intorno al metro, da
cui fuoriesce metano.
A volte i boati preannunciano l' espulsione di materiale argilloso misto a gas ed acqua
scagliato a notevole altezza, e dovute alla pressione esercitata da ammassi di gas accumulatisi
nel tempo, al di sotto della sua superficie.
Questo sistema diviene scenario naturale per piante quali l'Aster sorrentinii e la Lavatera
agrigentina, il Lygeum spartum e la Salsola agrigentina, specie endemica delle Macalube.
Alcuni stagni diventano luogo di riproduzione di Discoglossi e rane.
Presenti anche rettili e grandi rapaci come il falco di palude ed il gheppio.
Per le visite:
Legambiente - via Salvatore La Rosa n° 53 - 92021 Aragona (Ag)
tel. 0922/699210
fax 0922/690021.
Riserva naturale di Sant’Angelo Muxaro
La riserva di Sant’Angelo Muxaro, istituita nel 2000 e affidata a Legambiente (Tel. 091 301663)
si trova sulla riva sinistra del Platani, e tutela una serie di grotte di epoca micenea e dell’età
del Bronzo rinvenute ai piedi del colle di Sant’Angelo Muxaro, situato a 400 metri s.l.m.
I turisti saranno certamente attratti dalla leggenda della grotta del principe, chiesa in epoca
bizantina, in cui si dice abbia abitato anche Sant’Angelo, durante il suo periodo di ritiro,
ma invitiamo i più attenti a soffermarsi sul notevole interesse per lo studio della circolazione
idrica attuale e passata e per la speleogenesi in rocce gessose, una serie di forme riconducibili
al fenomeno carsico nelle rocce evaporitiche.
Suggeriamo una visita anche al complesso denominato "Grotte dell’Acqua", oltre che alla necropoli
protostorica del Colle di Sant’Angelo, alle Grotticelle, al Complesso delle Grotte dell’Acqua nel Vallone
del Ponte e il Monte Castello, dove sono visibili i ruderi della fortezza saracena chiamata Mushar.
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