La statale 286, proseguendo per il paesetto di Geraci, venti minuti più in là, è
tutto in susseguirsi di dolci colline punteggiate di verde vegetazione.
Ed eccoci in questo piccolo ma gradevole abitato, che ricorda,
per l'architettura antica e l'aria fresca, alcuni centri dell'alta val d'Agrò,
nel messinese. |
Veduta di Geraci |
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Già abitata nel 550 avanti Cristo, prende il nome da greco Jerax, "avvoltoio".
Il paesino si snoda per viuzze strette dall'architettura unica.
Spicca, all'ingresso, il campanile a guglia maiolicata prolicroma di Santo Stefano,
unica chiesa a croce greca delle Madonie. Addentrandoci nel cuore antico della città,
partendo da Piazza del Popolo, e sfiorando le abitazioni minuscole ma decorose,
sentiremo probabilmente l'odore fresco di basilico e salsa di una casalinga
intenta a cucinare.
Geraci fu per lunghi anni il cuore del regno dei Ventimiglia,
stabilitisi qui nel 1252, di cui restano, in alto, i ruderi di un castello,
in stile greco e bizantino, fra cui una finestra moresca.
Il paese divenne persino zecca ufficiale della famiglia, oltre che cuore
amministrativo delle terre madonite.
Privilegio che cessò quando la potente famiglia decise di spostarsi a Castelbuono.
Da qui l'antica rivalità che da sempre contraddistingue gli abitanti
dei due centri.
Sulla stessa area troviamo la Chiesa di Santa Maria Maggiore, in pietra.
Il paese custodisce gelosamente preziose testimonianze del passato.
La Chiesa di San Bartolo, con un polittico del Gagini, la Chiesa di san Giacomo,
Santa Maria La Porta.
Una struttura di rilievo è stata recentemente recuperata: è il convento dei Cappuccini,
fatto costruire nel 1689 dal marchese di Geraci, uno splendido cortile arcato
a ferro di cavallo.
Ospita il museo, una biblioteca, sale auditorium. |
Bevaio Trinità |
Uscendo dal paese, incontriamo il bevaio Trinità, abbeveratorio lungo venti
metri voluto da Simone Ventimiglia, come ci ricorda uno stemma posto in alto.
Pensate, narra la leggenda che Geraci fosse tanto ricca e frequentata che in alcuni
periodi i cavalieri, qui, dovessero fare la fila per dissetare i propri cavalli! |
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Le tradizioni rivivono a Geraci puntualmente: non solo la Giostra dei Ventimiglia
con le acrobazie della falconeria, ma anche la Carvaccata dei Vistiamari,
una sorta di premio (un cesto con animali in formaggio) all'allevatore più produttivo.
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