L'imponente mole del forte si deve al Conte Francesco I di Ventimiglia che
nel XIV secolo avviò i lavori in grande stile.
Il dominio di questo casato si protrasse fra queste terre sino alle porte del
Settecento, quando il corso della Storia travolse questo potentato che
aveva qui regnato per oltre quattro secoli.
Curioso il nome. |
Castello di Ventimiglia |
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Un castello "buono" perchè esposto ad un'aria salutare.
La sua mole squadrata, di impronta arabo-normanna, ben visibile a distanza,
ricorda le semplici geometrie arabe, e la funzionalità non
solo difensiva per cui era nato. |
Cortile interno del Castello |
Al portale d'ingresso, un tempo rivolto verso la vallata,
a guardare il ponte medievale, si accede da una ampia piazza che nei secoli è
divenuto tutt'uno con il resto del paese: da castrum ad agorà.
Una corte interna, ad acciottolato, rimaneggiata nel tempo ed adesso ristrutturata,
si sviluppa su tre piani, l'ultimo dei quali aggiunto in epoca più recente,
così come i balconi.
Le sale interne, scandite da architravi in pietra ed architetture lignee,
riflettono la loro funzionalità.
Ampi e solidi finestroni si affacciano sul paese, e sulla dolce valle madonita. |
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In basso, si scorgono ancora le prigioni: pareti spesse due metri e celle anguste,
più tardi riutilizzate come stalle e magazzini! |
Al primo piano, nella Sala Magna ornata di stemmi, ammiriamo il pregevole
soffitto ligneo del Quattrocento, ancora intatto: riporta lo stemma dei Ventimiglia,
un cuore coronato reale policromo.
Ma il "gioiello di famiglia" è senza dubbio la Cappella Palatina,
che i famosi fratelli stuccatori palermitani Giacomo e Giuseppe Serpotta
decorarono per il Principe Francesco IV Ventimiglia nel 1683.
E' dedicata a Sant'Anna, patrona di Castelbuono, e custodisce ovviamente le
sue reliquie, che nel corso della Festa patronale del 27 luglio vengono
portate a spalla dai fedeli. |
Soffitto ligneo del '400 |
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Nella Cappella, stucchi allegorici e pareti dorate si alternano:
ecco una Natività, ecco il bene che trionfa sul male, ed ecco, più defilata,
la firma dei Serpotta, due serpi dalle code attorcigliate. |
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