Dirimpetto il castello, il portale di accesso al centro scavato nella
cinta muraria del castello, è scandito da due fontanili.
Si giunge in piazza Margherita, con la Madrice vecchia, trecentesca.
Si entra da un portale a guglia gotica.
Custodisce un polittico policromo del 1520, "Il poema della redenzione",
attribuito ad Antonello de Saliba, nipote di un altro ben più celebre Antonello,
quello da Messina. |
Panorama di Castelbuono |
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Fontanile |
Ancora, il tetto ligneo, gli affreschi, il ciborio di marmo,
la Statua della Madonna delle Grazie, del Gagini, la cripta.
Altri gioielli del paese, sono la Fontana di Venere, la Chiesa di San Francesco
col mausoleo dei Ventimiglia, la Matrice nuova e la sua croce pensile
del Quattrocento, la Chiesa dell'Annunziata, la Cappella di Sant'Antonio.
Seconda per grandezza fra i Comuni del Parco delle Madonie, Castelbuono è
famosa anche per la produzione della manna,
che si ottiene dai frassini dei boschi al confine con Pollina. |
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Parte di questo ciclo produttivo è stato riprodotto nel museo Minà-Palumbo,
che ospita il museo naturalistico, all'interno del Castello.
Il patrimonio boschivo delle Madonie è celebre: nell'Ottocento questo
angolo di Sicilia saltò alla ribalta del mondo botanico europeo per i
suoi agrifogli ultracentenari giganti, raggiungibili procedendo in
direzione di Piano Pomo.
L'allevamento è fiorente, e dalle mandrie locali si ottiene un latte
eccellente da cui si produce un formaggio molto buono.
L'artigianato mantiene una serie di tradizioni molto radicate. |
Guglia di Castelbuono |
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Durante i freddi inverni (siamo oltre quota mille!) la neve costringe
al chiuso del caldo focolare domestico: per gli abitanti del luogo è il
momento migliore per intagliare il legno.
Le donne si dedicano al ricamo a mano, alcune di loro filano anche a filo d'oro.
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