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• Speciale "PARCO DEI NEBRODI"
di Lavinia D'Agostino
si ringrazia per la collaborazione Luigi Ialuna
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L’antico paradiso dei cerbiatti
Al centro della Sicilia, tra i monti Peloritani e le Madonie, si collocano i monti Nebrodi,
una catena montuosa piuttosto regolare, tra cui spicca monte Soro
con i suoi 1.847 metri di altezza.
I Nebrodi si presentano come una massa robusta, ricca di vegetazione, ma con pendici
dolci e cime arrotondate, dovuta alla presenza di banchi di rocce argillose e aranacee.
Presenta, inoltre, estese terrazze che si aprono in ampie vallate in cui scorrono molte
fiumare che trovano sbocco nel Mar Tirreno.
Qui sorge uno dei parchi naturali più belli della Sicilia, il Parco dei Nebrodi,
appunto, che coinvolge ben ventitré comuni di cui diciotto nella sola provincia di Messina,
tre in provincia di Catania e due in quella di Enna.
Gli elementi principali che caratterizzano il paesaggio dei Nebrodi sono l’asimmetria dei vari
versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima vegetazione e gli ambienti umidi.
I complessi boschivi incidono notevolmente sul clima del territorio che si caratterizza per i suoi
lunghi e rigidi inverni, ed estati calde.
Le temperature generalmente si mantengono intorno ai 10 - 12 °C mentre la pioggia,
la neve e la nebbia sono frequenti, e fanno sì che si crei quell’umidità necessaria per
l’esistenza di alcuni tipi di bosco.
La vegetazione varia a seconda dell’altezza in cui ci si trova.
Per lo più, all’interno del Parco dei Nebrodi, si incontrerà una vegetazione a macchia
mediterranea sempre verde, mentre per scoprire la quercia caducifoglia, il rovere ed il cerro,
occorrerà salire tra i 1.200 e i 1.400 metri d’altezza.
Nella zona montana, grazie al clima particolare, è presente il Faggio che, con le sue
foglie ovali, è in grado di trattenere l’acqua, utile a superare i lunghi periodi
di siccità, mentre il rigoglioso sottobosco presenta svariate specie tra cui l’agrifoglio,
il pungitopo e il biancospino.
La parola Nebrodi proviene dal greco “Nebros” (cerbiatto), un tempo, infatti, questa zona era
il regno di questi erbivori, ma anche di altri importanti mammiferi.
A causa del bracconaggio e del progressivo impoverimento della fauna, nel corso del XIX secolo si
è registrata l’estinzione di alcune importanti specie come il cervo, il daino, il lupo,
il capriolo ed il gufo reale.
Oggi, nonostante l’impoverimento ambientale, questa zona resta una delle zone faunistiche tra
le più ricche e complesse.
Passeggiando per il Parco dei Nebrodi non sarà difficile incontrare diversi tipi di mammiferi,
tra cui il ghiro e il moscardino, ma anche rettili, come la testuggine palustre, ed
una moltitudine d’uccelli di cui si contano circa centocinquanta specie.
Ma i Nebrodi non sono soltanto flora e fauna.
Nei comuni che ne fanno parte è possibile entrare in contatto con la civiltà contadina che
ha fatto la ricchezza culturale di questi luoghi attraverso le produzioni artigianali di ceste,
ricami ed oggetti di uso agricolo in legno e ferla, oppure con i tanti
prodotti alimentari che trovano la massima espressione in quelli caseari e nei salumi.
Di particolare prestigio i formaggi cannestrato, pecorino, provola e ricotta, e i salumi prodotti
dalle carni del suino nero tipico dei Nebrodi.
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