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Le zone e gli itinerari
Vasto complessivamente 39.679 ettari, il Parco naturale regionale delle Madonie si estende su di un’ampia area della provincia di Palermo.
Il suo perimetro ha una forma romboidale i cui vertici, approssimativamente, vanno individuati nei comuni di Campofelice di
Roccella a nord-ovest, di Finale di Pollina a nord-est, di Sclafani Bagni a suo-ovest e di Gangi a sud-est.
Da questa perimetrazione risultano interessati i territori di 15 comuni: Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù,
Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde,
Scillato e Sclafani Bagni.
Dalla determinazione di tali confini consegue un dato di notevole rilevanza scientifica e paesaggistica, infatti l’altimetria
del Parco varia da poche decine di metri sul livello del mare a 1979 metri, quota della vetta più alta (Pizzo Carbonara).
Il Comitato Tecnico Scientifico del Parco è attualmente impegnato in un tavolo tecnico convocato per istruire le richieste di 5
nuovi comuni madoniti che intendono entrare a far parte del Parco delle Madonie, si tratta dei comuni di Alimena, Bompietro, Blufi,
Gangi e Lascari.
Il Parco, come chiarito dalla cartina e dalle tabelle di seguito riportate è distinto secondo una precisa zonizzazione che
definisce anche le attività esercitabili e i divieti operanti.
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Zona di riserva integrale
(5733 ettari).
In essa l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità e cioè nella totalità dei suoi attributi naturali,
tanto nell'individualità dei popolamenti biologici quanto nella loro interdipendenza; nelle zone A si identificano, di massima,
ecosistemi o ecotoni (o loro parti) di grande interesse naturalistico e paesaggistico, presentanti una rilevante minima antropizzazione.
Zona di riserva integrale
(16.535 ettari).
In essa è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio;
in questa zona possono essere consentite dall'ente gestore del parco le utilizzazioni agro-silvo-pastorali e le infrastrutture
strettamente necessarie, quali strade di accesso, opere di miglioria e di ricostruzione di ambienti naturali;
nelle zone B si identificano, di massima, ecosistemi o ecotoni (o loro parti) di elevato pregio naturalistico, paesaggistico e
con maggiore grado di antropizzazione rispetto alle zone A.
Zona di riserva integrale
(427 ettari).
In essa sono ammesse soltanto costruzioni, modifiche edilizie e trasformazioni del terreno, rivolte specificamente alla valorizzazione
dei fini istitutivi del parco, quali strutture turistico-ricettive e culturali, e aree di parcheggio.
Zona di riserva integrale
(16.984 ettari).
In essa tutte le attività sono consentite, purchè compatibili con le finalità del parco.
La vigente normativa regionale ed il regolamento del Parco sanciscono le prescrizioni che, come già accennato, intendono conciliare
le esigenze di conservazione e salvaguardia con quelle dello sviluppo ecosostenibile.
Sia l’una che l’altro, cioè, non contengono solamente una serie di vincoli e divieti ma progettano una buona qualità della vita
per le popolazioni residenti e la conoscenza del Parco stesso, enorme ricchezza che deve essere salvaguardata con una visione
intelligente e lungimirante.
Di tale articolata disciplina si riporta di seguito l’elenco delle attività esercitabili e dei divieti operanti nelle varie zone.
Dalla l.r. 9.8.1988 n° 14
Nei Parchi regionali sono vietate le attività che possono compromettere la protezione del paesaggio, degli ambienti naturali,
della vegetazione, con particolare riguardo alla flora e alla fauna.
In particolare i divieti riguardano:
- La cattura, l’uccisione, il danneggiamento o il disturbo delle specie animali, la raccolta e il danneggiamento di quelle vegetali,
nonché l’introduzione di specie estranee vegetali e animali che possono alterare l’equilibrio naturale;
- L’introduzione o l’impiego di qualsiasi mezzo di distruzione o di alterazione dei cicli bio-geochimici;
- L’introduzione, da parte di privati, di armi, esplosivi e di qualsiasi altro mezzo distruttivo e di cattura;
- L’accensione di fuochi all’aperto
Nei territori destinati a Parchi e riserve naturali restano salve le norme vigenti in materia di tutela dei veni culturali ed
ambientali e i vincoli già istituiti in base ad essi.
Dalla disciplina di massima delle attività esercitabili in ciascuna Zona del Parco
(Allegato C del d.a. n° 1489 del 9.11.1989, modificato con d.a. del 18.4.1996)
Nelle zone A e B è consentito:
- Praticare l’escursionismo, lo sci alpino ed escursionistico, lo sci di fondo ed altre forme di escursionismo, fatta salva
la facoltà dell’Ente Parco di precludere l’accesso ad alcune aree;
- La raccolta di funghi e frutti di bosco, nel rispetto dei regolamenti approvati dal Parco
- Il traffico stradale sulle strade classificate statali, provinciali e comunali
Nelle zone A e B, oltre ai divieti di cui alla l.r. n°14 del 1988, non è consentito:
- Introdurre veicoli a motore, ad eccezione di quelli autorizzati dall’Ente Parco, per lo svolgimento delle attività consentite;
- Asportare, raccogliere o manomettere rocce, fossili, minerali;
- Abbandonare rifiuti;
- Praticare il bivacco ed il campeggio;
- Sorvolare il territorio con velivoli non autorizzati dall’Ente Parco;
- Esercitare attività con sportive che possano compromettere l’integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi
(automobilismo, trial, motociclismo, motocross, moto alpinismo, deltaplanismo)
Nelle zone C e D è consentito:
- Quanto previsto nelle zone A e B;
- Praticare il bivacco e il campeggio nelle aree a tal fine attrezzate;
- Esercitare le attività sportive con esclusione di quelle che possono compromettere l’integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi,
previa autorizzazione dell’Ente Parco.
Nelle zone C e D, oltre ai divieti di cui alla l.r. n°14 del 1988, non è consentito:
- Esercitare la caccia e l’uccellagione;
- Danneggiare, disturbare o catturare animali, raccogliere e distruggere nidi e uova;
- Introdurre specie estranee alla fauna e alla flora della zona;
- Abbandonare rifiuti al di fuori degli appositi contenitori;
- Sorvolare il territorio con velivoli non autorizzati dall’Ente Parco.
Itinerari
Poiché l’area protetta copre una vastissima superficie, si è suddiviso questo viaggio nel Parco naturale delle Madonie in tre itinerari stradali principali, approssimativamente a forma di anello, che partono dalla strada statale 113 Palermo-Messina e dalla A 19 (Autostrada Palermo-Catania) e a queste fanno sempre ritorno. Essi si snodano interamente su strade statali e provinciali che raggiungono tutti i Comuni del Parco. Soltanto nel caso delle passeggiate e delle escursioni proposte nell’ambito di ciascun itinerario sarà necessario transitare in automobile (ovviamente ove consentito) su tratti di strade sterrate, ovvero procedere a piedi su piste e sentieri.
Nell’organizzare i tre itinerari principali e le relative escursioni, si è fatto in modo che ciascuno di essi possa essere percorso indipendentemente dagli altri e sia comunque il più rappresentativo possibile di tutti gli aspetti delle varie realtà del Parco. Gli itinerari principali, tuttavia, hanno sempre brevi tratti in comune o prossimi tra loro per cui è possibile transitare da uno all’altro senza chiudere necessariamente ciascun anello e quindi percorrerli tutti di seguito.
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Itinerario del Parco delle Madonie Centro
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Itinerario del Parco delle Madonie Nord
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Itinerario del Parco delle Madonie Sud
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