• Speciale Area Marina
protetta "I Ciclopi"
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Un luogo unico
L'Area Marina Protetta "Isole Ciclopi",
estesa per la maggior parte nel territorio di Acicastello,
si affaccia su un mare cristallino sormontato dal maestoso profilo dell'Etna,
il vulcano attivo più alto d'Europa.
Istituita con decreto interministeriale il 7 dicembre 1989,
adesso sostituito con quello del 9 novembre del 2004 che ne ha modificato
principalmente la zonazione, l'AMP Isole Ciclopi copre una superficie pari a 623
ettari e si estende da Punta Aguzza a Capomulini.
Prende il nome da un piccolo arcipelago composto dalle isole Lachea,
Faraglione grande, Faraglione piccolo e da altri quattro grandi scogli
disposti ad arco di fronte al paese di Acitrezza.
La gestione della riserva è affidata al consorzio "Isole dei Ciclopi",
costituito dal Cutgana (Centro universitario per la tutela e la gestione
degli ambienti naturali e degli agroecosistemi) dell'Università di Catania
e dal Comune di Acicastello.
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Storia e leggende
Il lembo di terra e di mare interessato dall'Amp Isole Ciclopi è nato
circa 500-600 mila anni fa.
Un piccolo paradiso naturalistico unico al mondo popolato di miti e leggende.
La Riviera dei Ciclopi, in cui è incastonata l'Area marina protetta Isole Ciclopi, è
famosa infatti, per le vicende mitologiche pervenuteci dai grandi
poeti dell'antichità: Omero e Virgilio.
La leggenda vuole che i tre faraglioni siano i massi lanciati da Polifemo
contro la nave di Ulisse che fuggiva via.
E il Ciclope Polifemo ritorna ancora nel mito di Aci e Galatea.
Il gigante monocolo, geloso dell'amore tra i due giovani, uccide Aci
scagliandogli addosso un enorme masso. Quel masso oggi, si chiama Isola Lachea.
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Acitrezza: la festa e le tradizioni
Acitrezza è anche e soprattutto un piccolo paesino di pescatori devoti
a San Giovanni Battista.
E proprio durante la festa di San Giovanni Battista, in programma
il 24 e il 25 giugno, si svolge la pantomima de "U' pisci a mare"
inscenata da pescatori-attori trezzoti.
Una autentica 'festa dlela pesca' che si ripete ogni anno dal lontano 1750.
Il piccolo porticciolo trezzoto diventa teatro della rappresentazione che,
con i toni della parodia, riproduce l'antica arte della pesca del pesce spada.
Tutta la cultura, la storia, la tradizione di un popolo indissolubilmente
legato al mare, si trova in questa messinscena che per l'occasione riempie
il paese, oggi sede di un mercato ittico tra i più importanti della costa orientale.
Uno squarcio di vita quotidiana quello della pesca che ispirò in passato
il padre del verismo Verga ne "I Malavoglia" e il film di
Luchino Visconti "La terra trema".
I due capolavori possono essere rivisitati nei luoghi dei Malavoglia,
nella Casa del Nespolo al centro del paese, e lungo il Parco letterario
del Verga, tra lettere, filmati e fotografie inedite, oltre agli arnesi
del tempo utilizzati nel film.
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L'Amp Isole Ciclopi e il recupero delle tradizioni
Proprio l'Area Marina Protetta Isole Ciclopi ha recuperato l'antica 'sardara'
di verghiana memoria usata da Padron 'Ntoni e Bastianazzu per
trasportare i 'lupini' da Capomulini ad Acitrezza grazie
al progetto "Trezzadamare" finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio e in collaborazione con l'Istituto comprensivo Roberto Rimini.
La barca a vela latina con i colori tipici dell'antica marineria trezzota
misura sette metri ed è stata 'varata' in acqua il 12 settembre del 2004.
Per la sua costruzione è stata adottata la tecnica del 'mezzo garbo'.
Oggi, la sardara non trasporta più lupini, ma giovani coppie di innamorati in
gita romantica tra i Faraglioni e l'Isola Lachea e soprattutto i
piccolissimi velisti in erba intenti a scoprire le antiche arti marinare.
Grazia alla 'Provvidenza' dei Malavoglia infatti, ogni anno
l'Area Marina Protetta Isole Ciclopi organizza corsi di vela per ogni età
e partecipa inoltre alle regate di imbarcazioni storiche.
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