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In viaggio nei Sicani

In viaggio nei Sicani Ha i numeri per divenire un parco d’autore, il nascituro Parco dei Sicani, che unira' quattro riserve naturali e dodici paesi tra la provincia di Agrigento e Palermo.

Parco dai grandi numeri e dalle grandi peculiarità naturalistiche, geologiche, botaniche, faunistiche.
Un’area ancora poco conosciuta, tutto sommato ben infrastrutturata a livello viario, rispetto ad altri parchi siciliani.
Una regione caratterizzata da numerosi laghi e da una tradizione economica agricola e zootecnica, con, in più, un tratto distintivo scritto nel dna di queste genti, eredi dei Sicani, i primi abitatori della nostra Isola.

SiciliaParchi inizia il suo viaggio alla scoperta di questo territorio, allo scopo di capire non solo la complessità dell’area interessata, ma anche per tentare una analisi del contesto, in una fase in cui le popolazioni locali guardano con speranza o preoccupazione alla futura zonizzazione, vero banco di prova e test di maturità per gli amministratori locali.


Il territorio

Una veduta dalla riserva di Monte Carcaci Per adesso l'area di Parco comprenderà quattro riserve naturali sino ad ora gestite dall’Azienda Foreste, cioè Monte Cammarata, Monte Carcaci, Valle del Sosio e Monte Genuardo, abbracciando i Comuni di Bivona, Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Giuliana, Sambuca, Contesse Entellina e Burgio, in provincia di Agrigento, e Chiusa Sclafani, Castronovo, Prizzi, Bisacquino e Palazzo Adriano in provincia di Palermo.

Dodici paesini, ricchi di storia come Castronovo, dalle imponenti fontane storiche, il grazioso tessuto urbano e l'area archeologica, o Prizzi, il Comune più alto del parco dei Sicani a mille metri di altezza, già noto per l’Abballu di li diavoli o Palazzo Adriano, già comunità albanese, destinato a divenire sede del Parco, celebre per essere stato il set del film di Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso”, Chiusa Sclafani ed i suoi monumenti, o, in provincia di Agrigento, Bivona, a 500 metri sul livello del mare, patria della celebre pesca e capace di esprimere un significativo artigianato legato alle sedie di legno, o Burgio, dalle splendide ceramiche, dai cento portali artistici e dalle tipiche campane.

O ancora Santo Stefano di Quisquina, con l'eremo di Santa Rosalia, Contesse e le sue aree archeologiche.
Gioielli capaci di affascinare il turista più avvezzo alle bellezze siciliane.

Dal punto di vista naturalistico le quattro riserve che andranno legate tra loro abbracciando Sic e Zps in una proposta in corso di elaborazione, nel corso di questi anni sono già state interessate da importanti lavori di infrastrutturazione condotti dall’Azienda Foreste, che le ha gestite.

Monte Carcaci, tra Prizzi e Castronovo, dimora di un raro roditore, l’arvicola di Sarpi, con i suoi centri visita, la significativa presenza dei rapaci, facilmente visibili, il baglio dell’Emiro e le interessantissime aree umide, è molto accessibile e già meta di un certo turismo.

Monte Cammarata, quasi 1600 metri di altezza, rappresenta un anello importante del sistema montuoso dei Sicani.
Dalla sua cima il panorama abbraccia a 360 gradi la Sicilia, mentre due aree attrezzate all’interno dei pregevoli boschi costituiscono luogo ideale per ristorarsi dopo una visita.

Da Palazzo Adriano è agevole la visita alla Pietra dei Saraceni, con la tipica scala intagliata Da Palazzo Adriano, già conosciuta località turistica, si raggiunge la Valle del Sosio, cuore del parco.
Le falde acquifere danno origine ad un sistema unico, con diversi itinerari e possibilità di escursioni di vario livello, mentre nei pressi la Diga Gammauta ci invita ad una rilassante passeggiata avvistando qualche migratore.
Sempre in territorio di Palazzo Adriano, due elementi, due blocchi calcarei fossiliferi, in particolare sono già stati attenzionati dalla comunità scientifica di geologi e paleontologi, dal Gemellaro in poi, la pietra dei Saraceni, e la pietra di Salomone, testimonianze ricche di fossili del Permiano.
Le acque del Sosio danno origine anche al “Listi d’u firriatu” una profonda gola, di notevole interesse geomorfologico, lunga 8 km e profonda 300 m dominata, sovrastata dai ruderi del Castello Gristia vicino Bugio.

Infine, Monte Genuardo, che conferma l’eccezionalità del valore geologico del Parco dei Sicani.

Si tratta infatti di aspri rilievi di origine carbonatica, dell'Era secondaria, con componenti laviche, con presenza di lave a pillow o a cuscino. Su questi rupi nidificano grandi rapaci, ma anche si è impiantata autonomamente una foresta mediterranea composta da lecci, roverelle, aceri che si alimentano di freddi torrentelli.
Le acque grazie allo scorrimento in pareti laviche si mantengono così fredde da ospitare persino la vegetazione tipica del nord Europa, come i Ranuncoli. Ancora una volta il Parco dei Sicani riserva qui una emergenza archeologica, il sito archeologico di Adrenon, antico abitato di origine punica.
Da visitare anche la splendida abbazia di Santa Maria del Bosco.


La regione dei Laghi

Una delle aree umide all'interno della riserva di Carcaci Il Parco dei Sicani dovrà tener conto, in futuro, anche di una caratteristica assente in tutti gli altri Parchi, e cioè la compresenza, in un territorio relativamente piccolo, di numerosi laghi, dal Favara Bugio al Gammauta di Palazzo Adriano, dal bacino di Prizzi, al Fanaco vicino Castronovo .

Il Lago di Prizzi, insieme a quello di Gammauta è compreso nel grande complesso del fiume Sosio che è stato edificato tra il 1937 e il 1942 e che è formato da tre impianti in serie.

Bacini che nel tempo sono anche divenuti stazioni di sosta dei migratori, oltre che risorsa fondamentale dell’agricoltura locale.

Ad oggi, le comunità locali non hanno sviluppato una industria turistica intorno a questi bacini, dal notevole potenziale, a partire da quello della pesca turistica.


Il tessuto sociale

Bivona, sede del Parco: il portale chiaramontano Una economia florida, seppur soggetta ai colpi della crisi, nel parco dei Sicani è dovuta alla zootecnia ed all’agricoltura, con una capacità di aggregazione delle imprese che deve ancora raggiungere livelli ottimali.

Nell’area del parco dei Sicani, sono già stati condotti esperimenti di aggregazione cooperativistica, ma soprattutto l’istituzione del distretto da una parte, dei consorzi per la valorizzazione dei formaggi e delle carni locali, non sono riusciti a generare un significativo incremento delle aziende locali.

A fronte di questi sforzi, numerosi privati hanno consapevolmente iniziato ad investire in strutture turistico alberghiere e recettive, sia nei piccoli B&B, sia in centri benessere che grandi strutture di ricreazione.

Ciò permette di fare dei Sicani un parco che parte già con qualche vantaggio in più rispetto a quanto accaduto in passato in altri parchi, dove la consapevolezza delle opportunità offerte dal l'istituzione è stata recepita con lentezza. Ci sembra anzi che ancora una volta nei Sicani, i privati corrano ad una velocità superiore delle amministrazioni locali, troppo chiuse in piccole guerre di potere e di tornaconto personale, anche sull’istituzione del parco.

Servirebbe piuttosto una azione di promozione culturale delle opportunità offerte dalla istituzione del parco, che può divenire, al pari dei patti territoriali, un potente strumento di rilancio partendo proprio dalla tutela ambientale.

(Ivan Trovato - Ha collaborato Giuseppe Castellana)

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