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L'eruzione, di tipo effusivo, è iniziata il 7 settembre 2004 lungo la parte
occidentale della Valle del Bove.
Due bocche, a quota 2620 e 2340, hanno iniziato a vomitare lava,
in maniera lenta e progressiva, circa 2-3 metri cubi al secondo,
circa uno per quella più in basso. Di fatto, nessun rischio per le popolazioni,
ma solamente tanto spettacolo. |
La valle del Bove, una grande frattura sul fianco sud est del vulcano,
costituisce una protezione naturale per le città pedemontane: la lava vi si
riversa senza alcun rischio.
La prima frattura eruttiva,lunga circa 230 metri, partiva dalla base
orientale del Cratere di Sud Est.
La sua apertura è stata accompagnata da una seire di tremori registrati
dall'Istituto di Vulcanologia. |
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Questa eruzione, tutt'ora in corso (gennaio 2005), è caratterizzata da
una certa attività di degassamento da entrambe le bocche, che all'inizio
del mese si è accompagnata anche ad un aumento del tremore.
Alla fine di dicembre sio è avuta invece una lievve attività strombiliana,
con scarso lancio di lapilli di modeste proporzioni.
La colata di quota 2620 presenta un ingrottamento di due cento metri in
cui scorre il magma: uno spettacolo unico.
Affacciandosi nel "forno", ci si trova a poca distanza dal fiume di fuoco,
la cui temperatura sfiora i 2000 gradi.
I due bracci, nei pressi di Serra Gianicola, si ingrottano poi per
ricomparire da bocche effimere poste sotto quota 2000.
Una di queste, nata il 18 gennaio, si è fermata subito dopo, ad appena 200
metri di distanza, dopo 24 ore. |
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L'Istituto nazionale di geofisica e Vulcanologia spiega che si tratta di un
fenomeno "in linea con il quadro evolutivo tipicamente mostrato dai campi lavici
basaltici dell'Etna, in cui con il procedere dell'eruzione diminuisce gradualmente
l'efflusso lavico dalla bocca principale.
Questo produce il raffreddamento della parte terminale dei tunnel lavici,
ed innesca dei crolli da contrazioni delle pareti.
I crolli causano ostruzioni nelle parti terminali dei tunnel lavici,
e la lava, trovando il percorso ostruito, aumenta la pressione sul tetto
del tunnel che si può rompere e dare una nuova bocca nella parte più alta del
tunnel lavico o della frattura eruttiva.
Questo processo viene tipicamente osservato nelle fasi terminali
dell'attività effusiva, quando si verifica una diminuzione della quantità
di lava emessa dalla bocca principale.
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Alla fine di dicembre una nuova bocca si è aperta a quota 2850 metri,
affiancata dall' emissione di gas ad alta temperatura e bassa pressione.
Relativamente all'attività sismica, non sono più stati registrati altri
fenomeni di tremore della terra.
Dall'analisi delle registrazioni sismiche della rete a larga banda,
infatti, non si evidenziano variazioni significative
dell'ampiezza del tremore vulcanico.
L'escursione, grazie al servizio di funivia, appare abbastanza agevole,
a patto che si sia disposti a fare anche una passeggiata per arrivare sul
teatro eruttivo. |
Si tratta di un itinerario scandito da campi di sabbia vulcanica,
testimonianza dell'eruzione del 2002.
A differenza dell'eruzione del 2002, non si sono registrate piogge di cenere
lavica, i cui danni, in quell'occasione, furono davvero ingenti. |
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L'escursione, grazie al servizio di funivia, appare abbastanza agevole,
a patto che si sia disposti a fare anche una passeggiata per arrivare
sul teatro eruttivo. Si tratta di un itinerario scandito da campi
di sabbia vulcanica, testimonianza dell'eruzione dell'ottobre 2002.
In quella occasione l'eruzione fu scandita da un boato e da una alta colonna
di fumo ben visibile da mezza Sicilia. i siciliani ricordano quei giorni
per i disagi causati dalla caduta di cenere lavica, oltre
che per una serie di scosse che segnarono alcuni paesi
pedemontani quali Santa Venerina.
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