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Riserve
Provincia di Palermo
Bosco della Favara

Data dell’Istituzione: 25 luglio 1997;
Estensione totale: 2977,50 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000; FFgg.: 259 I S.O. – I S.E. – II N.O. II N:E.;

La riserva naturale orientata Bosco della Favara e Bosco Granza si trova in provincia di Palermo, fra i Comuni di Aliminusa, Cerda, Sclafani Bagni, Montemaggiore Belsito.

Questo polmone verde costituisce un bosco dalle notevoli emergenze vegetazionali. Le aree più marginali, rivestitre di ampelodesma, ferula mediterranea e asfodelo mediterraneo, quindi troviamo ginestre, cisto, prugnoli e biancospini. Uno degli aspetti salienti è dato dalle sugherete, epr la verità residuio dell'antico bosco.

Per quanto attiene alla fauna, il bosco della Favara  ospita il codibugnolo di Sicilia (un passero scoperto a Ficuzza nel 1900 da J. Whitaker), le cince, merli e usignoli upupe, ghiandaie e picchi rossi, colombacci, parvieri. Per al fauna, volpi e martore.

Come raggiungerla:
da Palermo percorrere la A19/E90 fino all’uscita: Cerda, Sciara, Buonfornello, quindi imboccare la SS 113 Palermo – Messina e, dopo 3 km circa, immettersi sulla SS 120 e percorrerla fino a Montemaggiore Belsito, uno dei paesi che delimitano l’area protetta.

Ente gestore è l'Azienda Foreste.
Visite: informazioni presso
Via Libertà, 97
90143 - Palermo - Italia
tel: +39 091 7906811
fax: +39 091 7906801
http://www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/Azforeste/Riserve



Bosco della Ficuzza

Estensione totale: 7397,49 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000; FFgg.: 259 IV S.O., N.O., III N.O.; 258 I N.E., II N.E., I S.O., N.O., II N.O.;

L'esatta denominazione è: Riserva naturale orientata Bosco di Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del cappelliere e Gorgo del Drago. Siamo infatti in presenza di un sistema fra le più caratteristiche riserve naturali siciliane.

Ricadente nei Comuini di Marineo, Monreale, Corleone, Godrano, Mezzojuso, offre una mistione dis egni della natura e della storia, che inevitabilmente si mescolano nella visita a questo polmone verde della Sicilia occidentale. L'area di caccia, e la relativa Casina reale, furono  volute da Ferdinando III di Borbone nel XIX secolo quale residenza di caccia ai cervi, ai tempi numerosi fra le rocche che guardano a Monreale e Godrano. 

L'istituzione della riserva risale al 2000, l’ente gestore - l’Azienda Foreste - da tempo è impegnato in opera di tutela e recupero di questo immenso patrimonio comune alla nostra storia. L'area di Ficuzza offre un insieme di habitat tanto diversi da poter annoverare oltre mille diverse specioe vegetali e quasi la totalità degli animali presenti in Sicilia.

La vasta estenzione coincide con climi anche molto diversi, da qui la differenziazione della presenza delle specie. Sentieri natura attrezzati conducono a boschi di lecci, querce, roverelle e sugherete, cerri. L'elenco potrebbe essere lungo. Per gli aspetti faunistici, in maniera abbastanza rapida, diciamo che qui trovano ideale riparo gli ultimi gatti selvatici - qualche esemplare è ancora presente sull‘Etna- e donnole, ricci, volpi.  Sono purtoppo scomparsi i grandi mammiferi , come ad esempio i lupi.

Fra i luoghi di maggiore interesse: Gorgo Lungo, gorgo tondo e la peschiera del re, la Gola del drago, la grotta del Romito, l'Acqua ammucciata (nascosta), il Fanuso e la Capreria.

Ampio merito va dato all'Ente gestore, l'azienda Foreste, del lavoro di recupero ella sentieristica che  qui è stata realizzata. Esistono anche numerose aree attrezzate che permettono gradevoli soste. Infine, all'interno della Riserva opera, in sinergia con la Lipu, un centro recupero fauna selvatica con sala didattica. La Real Casina di Caccia è un buon punto di partenza.

Come raggiungerla:
La riserva può essere raggiunta da Palermo attraverso lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento imboccando l’uscita per Bolognetta; quindi seguire le indicazioni per Marineo (SS 118) e procedere in direzione Corleone, subito dopo il lago Scanzano, si arriva al bivio per Ficuzza, svoltare a sinistra per raggiungere il piccolo centro abitato. L’accesso alla riserva è garantito dai numerosi percorsi che si dipartono dai centri di Godrano, Marineo, Corleone, Mezzojuso e Campofelice di Fitalia.

Informazioni:
Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali
Via Libertà, 97
90143 - Palermo - Italia
tel: +39 091 7906811
fax: +39 091 7906801
http://www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/Azforeste/Riserve/
Ufficio provinciale Azienda Palermo: +39 091 7078829
Distaccamento Forestale di Ficuzza: +39 091 8464062
Centro Recupero fauna selvatica: +39 091 89460107



Capo Gallo

Data dell’Istituzione: 21 giugno 2001;
Comune: Palermo; Estensione totale: 585,83 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000 (V); FFgg.: 249 II N.O.;

Riserva di recente inaugurazione, agevolmente accessibile da Mondello come da Sferracavallo, deve il nome al Monte Gallo, rilievo carbonatico, formatosi i  più fasi 250 milioni di anni or sono. Questa montagna carsica è arricchita da una serie di emergenze geologiche: la Fossa del Gallo, la Grotta Perciata,la Grotta dei Caprari, quella delle Vitelle, la Grotta Regina e la Grotta Caramula, la grotta Impisu. recenti tracce testimoniano in passato la presenza  di gradi animali del Quaternario, come il cervo e l’ippopotamo.

Di estremo interesse anche le testimonianze umane all'interno della  della Grotta Regina: tracce di figure umane e animali, di probabile epoca punica e forse anche precedenti. I fondali della grotta dell’Olio, ospitano il relitto di una nave cartaginese. In una grotta di Monte Gallo,è stato rinvenuto lo scheletro di un elefante nano del Quaternario,  vissuto 230.000anni fa.

Lentisco, il finocchio di mare e le diverse specie di Limonium, costituiscono il paesaggio cegetale tipicamente mediterraneo.Spesso, insieme al leccio, troviamo il  sommacco siciliano, l’asparago spinoso, l’alaterno, l’olivastro e la ruta d’Aleppo.

Anche la costa rocciosa è caratterizzata dal trottoir a vermeti, per la presenza di un mollusco gasteropode che vive all’interno di tubi calcarei che salda a quelli degli organismi vicini e che, mantenendosi a pelo d’acqua, formando appunto una sorta di marciapiede (trottoir) vivente.

Sulle impervie rocche del Monte Gallo nidificano cincie, fringillidi, il merlo, l'occhiocotto, il colombaccio Migratori: la cicogna bianca, il falco pecchiaiolo, il gruccione ed il cuculo.  Per i rapaci notturni, il barbagianni, e l’allocco, che si nutrono di  lucertole, topi e conigli selvatici di taglia più minuta. L'unico grande mammifero presente è la volpe. Significativa la presenza del rospo smeraldino.
La Riserva di Capogallo costituisce certamente un unicuum con la riserva marina di Isola delle Femmine. Sul fondale sabbioso, vive la posidonia,  sulla Secca della Barra si trova il corallo, a circa 65 metri di profondità.

Come raggiungerla:
Per raggiungere la riserva ci sono diversi accessi: i più importanti sono da Mondello e da Sferracavallo, sobborghi di Palermo. Quello da Mondello si raggiunge dalla piazza principale del piccolo borgo, proseguendo fino all’Hotel La Torre.
Superatolo, si costeggia l’abitato fino alla piccola traversa a destra, dove si trova un cancello oltre al quale si apre un sentiero che penetra all’interno della riserva. Un altro accesso è quello da Sferracavallo: giungendo da Palermo, poco prima di arrivare al centro del paese, svoltare a destra per via del Manderino in direzione Punta Barcarello, sino al rimessaggio di barche, dove bisogna lasciare l’automobile. Da qui si prosegue a piedi lungo un sentiero che costeggia il Monte Gallo.

Durante i lavori di recupero, da parte dell'Azienda Foreste, è riemerso l'antico tracciato dei cavallari, le sentinelle a cavallo a guardia della costa palermitana.
Visite: Ufficio provinciale Azienda: Via del Duca, 23 tel 091.7078829
o Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali
Via Libertà, 97
90143 - Palermo - Italia
tel: +39 091 7906811
fax: +39 091 7906801
http://www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/Azforeste/Riserve/



Monte Carcaci

Estensione totale: 1437,87 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000 (V); FFgg.: 259 III S.O.;

Fra Prizzi, Castronovo di Sicilia, questa vetta, alta 1200 metri, di tipo calcareo-carbonatico, presenta un ampio spettro vegetazionale. La tipica macchia mediterranea, ad arbusti, è habitat ideale per il picchio rosso maggiore.

Presenti anche lo sparviero, i  merli. Per i grandi rapaci, troviamo l'avvoltoio europeo, il capovaccaio, i nibbi,  le poiane e i falchi pellegrini, che si nutrono di roditori e piccoli conigli. Segnalata la presenza del capovaccaio. Una delle caratteristiche della riserva è la presenza di un piccolo mammifero, l'arvicola di Savi, un po' talpa, un po' criceto. Vive nel sottosuolo, ma esce spesso a rosicchiare i carciofi!

Una entrata si trova  sulla strada 118, nei pressi del bivio di Filaga  accanto alla casa cantoniera Sella Martino. Da questa entrata  si accede facilmente in Riserva  anche con gli autobus.

La Riserva è nata nel 1997, ed è gestita dal Demanio Foreste. Si accede da Portella Riena. La vegetazione è composta da stracciabraghe, pungitopo ed asparago spinoso. E' però sul versante nord occidentale che i boschi di leccio e roverella offrono al visitatore tutta la loro frescura.

L'altra cima della riserva è Pizzo Colobria. Nella riserva è presente anche un'area umida, il laghetto stagionale di Marcato delle Lavanche.

Come raggiungerla:
La riserva si può raggiungere da Palermo imboccando l’autostrada A19 PA-CT ed uscendo allo svincolo per Villabate. Qui bisogna immettersi sullo scorrimento veloce Palermo-Agrigento (SS 121) e procedere sino all’uscita per Lercara Friddi, dove s’imbocca la SS 188 in direzione Prizzi. Superata Portella San Francesco, a poche decine di metri, a destra, si trova la SP 36 bis che ci permetterà di raggiungere il Borgo Riena, sulla snistra si apre un sentiero per la riserva dove troveremo le indicazioni per il “Demanio Colobria”. L'altra entrata si trova sulla strada 118, nei pressi del bivio di Filaga  accanto alla casa cantoniera Sella Martino. Da questa entrata  si accede facilmente in Riserva  anche con gli autobus. Una azienda didattica/agrituristica (fattoria Carcaci ) si trova all'interno della Riserva dove gli autobus arrivano agevolmente.

Ente gestore, Azienda Foreste: tel  091 707 8829



Monte Genuardo

Estensione totale: 2552,91 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000 (V); FFgg.: 258 III S.E.- II S.O.;

Fra Giuliana, Sambuca e Contessa Entellina, nelle contrade del vino, lungo le dolci pendici dei Sicani, questa riserva, nata nel 1997, offre numerose attrattive per il visitatore. Questi monti di origine carbonatica, dell'Era secondaria, sono stati protagonisti di movimenti franosi ed azioni di erosione. Ne sono nate delle rocce impervie, persino con componenti laviche, su cui si è impiantata autonomamente una foresta mediterranea composta da lecci, roverelle, aceri.

Il sottobosco è ricco di rose selvatiche, asfodelo, arbusti mediterranei. Verso Bosco del Pomo, alcune aree umide sono originate da due freddi torrentelli: se per le piante - atto raro - rinveniamo i ranunculu, l'area è luogo privilegiato di molti animali, fra cui, per l'avifauna, i lodolaio, il rampichino, il picchio. Per i rapaci che vi abitano, segnaliamo il capovaccaio e gli avvoltoi che dalle rocche più impervie non esitano ad intrufolarsi fra querce e conifere a caccia di roditori. Vi si trova anche un centro visite attrezzato con sentieri dedicati all’educazione ambientale.

L'area è stata istituita anche per tutelare il sito archeologico di Adrenon, antico abitato di origine punica. Da visitare anche la splendida abbazia di Santa Maria del Bosco.

Come raggiungerla:
La riserva si può raggiungere da Palermo o da Sciacca: imboccare la SS 624 (scorrimento veloce Palermo – Sciacca) ed uscire allo svincolo per Sambuca di Sicilia (viadotto n. 25), quindi procedere sulla SP 70 in direzione di Sambuca di Sicilia.
Superato il paese, proseguire sulla SP 69 in direzione Adragna. L’ingresso della riserva si trova dopo 5 km, nel territorio di Contessa Entellina, in località Pomo.

Gestore: Azienda Foreste.
Ufficio di Agigento: Via Esseneto, 92100 tel 0922 595911 Ufficio di Palermo tel 091 707 8829

Forestale di Bisaquino: 091. 8351814



S. Calogero

Estensione totale: 2818,95 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000 (V); FFgg.: 259 I N.O. –  I S.O.; 259 IV S.E.; 289 IV N.E.;

Riserva istituita nel 1998 ed affidata all'Azienda Foreste di Palermo, il sistema montuoso del San Calògero  rappresenta una sorta di anello fra la Cconca d'oro e le Madonie. Fra Termini Imerese, Caccamo e Sciara, questo massiccio, ben individuabile a distanza, si presenta dai fianchi ammantati di lecci e macchia mediterranea.

Nel corso dei secoli le azioni subvulcaniche ne hanno modificato l'aspetto.

Di fatto, è il prodotto delle forze tettoniche subterrestri. Questa l'origine di numerosi valloni che ne solcano le pendici. Luogo di studio da parte di molti geologi, il San calogero viene citato spesso per le caratteristiche di Poggio balate, dove dalle rocce emergono correnti idrotermali di fluorite, che originano minerali particolarissimi.

Luogo ideale per i grandi rapaci: fra le fessure di queste rocce di era mesozoica troviamo il falco pellegrino e la poiana, che trovano nido ideale.Presenti boschi di sugherete, lecci, con praterie di euforbia, carrubbi ginestre.

L’ente gestore, l’Azienda Foreste demaniali, ha da tempo avviato un percorso di educazione ambientale dedicato alle scuole.

Come raggiungerla:
Da Palermo percorrere la A19/E90 fino all’uscita di Termini Imerese, quindi imboccare la SS 285 fino a Caccamo, da qui si raggiunge la riserva attraverso una semi-sterrata che si inerpica sul monte.

Visite:
Ufficio provinciale Azienda: Via del Duca, 23 tel 091.7078829

Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali
Via Libertà, 97
90143 - Palermo - Italia
tel: +39 091 7906811
fax: +39 091 7906801



P. Cane, Trigna e Mazzamuto

Estensione totale: 4663,74 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000 (V); FFgg.: 250 III S.E. – III S.O.; 259 IV N.E. – IV N.O. – IV S.E.;

Ben visibile dalla diga Rosamarina di Caccamo, è un’area naturalistica di recente istituzione compresa fra i Comuni di Altavilla, Baucina, Caccamo, Casteldaccia, Trabia, e Ventimiglia, che chiude idealmente le Madonie sulla Conca d'oro.
Rappresenta quanto rimane oggi dell’antico bosco di Termini, una foresta di cui oggi sopravvive ben poco. Ben ambientati rapaci e mammiferi. Istituita nel 2000, è gestita dall’Azienda Foreste demaniali.

Rocce calcaree e pareti silicee si alternano con intrusioni di rocce vulcaniche. Le emergenze speleologiche riguardano alcune grotte molto particolari: grotta Brigli e grotta del Leone, grotta Mazzamuto infatti, ospitano specie vegetali rare. I boschi naturali di leccio, quercia e sughere lasciano spazio, ai loro piedi, ad un fitto sottobosco di erica, ginestra e citiso in cui si annidano una moltitudine di piccoli mammiferi. Conigli e donnole, ma soprattutto la più numerosa popolazione siciliana di coniglio appenninico.

Come raggiungerla:
Da Palermo percorrere la A19/E90 fino all’uscita di Casteldaccia, quindi imboccare la SP 16 in direzione Baucina-Ventimiglia di Sicilia.
Dopo circa 25 Km si arriva alle pendici di Pizzo della Trigna.

Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali
Via Libertà, 97
90143 - Palermo - Italia
tel: +39 091 7906811
fax: +39 091 7906801
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Serre della Pizzuta

Estensione totale: 414,37 Ha;
Riferimenti geografici: I.G.M.I. 1:25.000 (V); FFgg.: 249 II S.O.; 258 I N.O.;

Dalla Piana degli Albanesi si ergono maestose alcune rocce carbonatiche di epoca antichissima, oggi rivestite di ampie foreste: sono le serre della Pizzuta, con il Maja ed il Pelavet (1279 m) fino a portella del Pozzillo. La Riserva è stata istituita nel 1998, la Regione ha individuato nell’Azienda Foreste l’Ente gestore.

Fra le emergenze nei vicniori, portella delle Ginestre, il gorgo del rebuttone. La Riserva offre al visitatore alcune grotte interessanti, quali la grotta dello Zubbione, e del Garrone (o dei Ladroni) ampi antri in cui tutt'oggi, grazie alle particolari condizioni climatiche, vivono alcune rarissime felci, la lingua cervina e la scolopendria.

Le grotte offrono rifugio ad un pipistrello raro, il ferro di cavallo maggiore.Per Per gli aspetti vegetazionali, basterà citare la presenza di alcune specie pregiate: il frassino, da cui si ottiene la manna, comune alle Madonie, uniti ad olmi ed aceri.

Le pendici delle Serre sono abitate da mammiferi quali volpi e conigli, e da alcuni grandi rapaci notturni e diurni, come l'aquila del Bonelli, il falco pellegrino, e l'aquila reale. E’ stata in passato, insieme ad Alcara Li Fusi, uno dei luoghi privilegiati del grifone.

Come raggiungerla:
Si parte da Palermo imboccando lo svincolo Palermo-Sciacca: uscire allo svincolo per Piana degli Albanesi, qui si segue un sentiero che inizia nei pressi della chiesetta della Madonna dell’Odigitria.
Questo percorso s’inerpica lungo il versante meridionale della riserva raggiungendo quota 1144m s.l.m in località Portella del Garrone. Trattandosi di una strada sterrata, sarà conveniente lasciare le automobili al punto di partenza. Se si vuole raggiungere il versante settentrionale, basta seguire lo svincolo Palermo-Sciacca ed imboccare quello per Giacalone, quindi proseguire per Poggio San Francesco. Due chilometri prima di arrivare al Santuario, si incontra un cancello rosso dal quale si accede ad una carrareccia, che sale verso la montagna e sulla quale bisogna proseguire per 800 m: sino ad arrivare in località Strasatto-Ginestra; parcheggiare nei pressi dell’abbeveratoio Targia. Seguendo poi la segnaletica del Sentiero Italia, si può raggiungere la riserva anche dalla periferia di Altofonte.

Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali
Via Libertà, 97
90143 - Palermo - Italia
tel: +39 091 7906811
fax: +39 091 7906801
http://www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste/Azforeste/Riserve/



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