L'avviso pubblico dell'Assessorato regionale Territorio ed Ambiente per la gestione delle nuove riserve e di quelle in scadenza e le aspre prese di posizione delle Associazioni ambientaliste siciliane pongono nuovamente il problema del delicato rapporto fra Regione ed Associazionismo. Cosa c'è dietro il muro contro muro sull'affidamento delle nuove riserve e di questo affollato avviso? Consulenze non rinnovate? Un braccio di ferro a livello politico? L'esigenza reale di riprogrammare la gestione delle aree protette? O semplicemente un business che nessuno vuole modificare?
Senza voler entrare nel merito, Sicilia Parchi tenta di dare una interpretazione partendo dalle leggi. Innanzitutto da quella del 1991, quando, con il decreto 970, si definisce il Piano regionale dei Parchi e delle riserve naturali. Si tratta del più recente strumento principe che riconosce ed istituisce le aree protette siciliane, sentito il parere del consiglio regionale per la Protezione del Patrimonio naturalistico. Il piano (art 5) è, o meglio dovrebbe essere sottoposto a revisione ogni 5 anni. Di fatto, dal 1991 sono passati 14 anni, e nessuna revisione è stata fatta, nonostante siano stati avanzate numerose richieste per il completamento della rete regionale dei parchi. Un caso su tutti, la proposta giacente ed abbandonata della istituzione di un quarto Parco in Sicilia, quello degli Iblei, chiesto a gran voce da Associazioni ed enti locali.
Così l'assessorato regionale Territorio ed Ambiente ravvisando la necessità di "svecchiare" il piano, ha dato disposizione (nota del 24 maggio 2005, prot. 2698) al Servizio 6 Protezione del Patrimonio naturale di attivarsi per la revisione del piano regionale dei parchi e delle riserve. "In linea generale - scrive l'assessore Cascio - dovrà prevedere l'istituzione di nuovi parchi e riserve naturali per le quali esistono già proposte, il reinserimento nel piano delle riserve escluse a seguito di annullamenti del TAR, l'accorpamento di riserve naturali contigue e correlate funzionalmente, e la riperimetrazione delle aree protette".
Cascio sollecita contestualmente l'emissione dell'avviso publico per l'affidamento delle nuove riserve e di quelle a scadenza gennaio 2006, "adottando principi di trasparenza, legalità ed economicità".
Proprio su questo passaggio le Associazioni attaccano Cascio. L'avviso è troppo generico, dicono in coro, non sono indicati tempi e criteri di preferenza gestionale.
Un passo indietro.
L'articolo 20 - Titolo III della già citata legge sancisce le norme sulla gestione delle riserve naturali. Identifica i possibili enti gestori nelle Province regionali, nell'Azienda Regionale Foreste Demaniali, nelle Associazioni naturalistiche (purchè la gestione sia prevista nello statuto), nelle Università, previo parere del Crppn e della IV commissione Ars.
Il Bilancio di previsione della regione Sicilia,e quello triennale 2003-2005 approvati con legge regionale n. 5 del 16 aprile 2003 al capitolo 43302 "Trasferimenti a favore degli enti gestori delle Riserve Naturali" prevedono per spese di impianto e di gestione uno stanziamento di 2.776.000,00 euro.
Recentemente la vicenda è anche approdata all'Ars, con una interrogazione dell'on. Nino Papania, che ha chiesto di avere maggiori garanzie a tutela del trattamento economico degli operatori delle Riserve, cui "non bastano 13.477 mila euro per la sopravvivenza".
L'assessorato provvede, dopo l'affidamento, ad accreditare agli enti gestori le somme necessarie alle spese di primo impianto, e all'inizio di ogni esercizio finanziario, quelle relative alla gestione, previa relazione dell'Ente gestore sui risultati conseguiti nell'anno precedente e documentata richiesta per quello successivo.
Più nello specifico, arriva un contributo unico a riserva per le spese di primo impianto, più, per la gestione ordinaria, nove mila euro, cui si aggiunge una cifra variabile strettamente dipendente dall'estensione della riserva stessa.
Qualche esempio. Dalle istanze presentate, una agguerrita lotta è in corso per l'assegnazione di Grotta Monello, provincia di Siracusa, ente gestore il Cutgana di Catania, estensione 59,6 HA, che riceve, oltre i nove mila euro una cifra pari a 1.235 euro. Va meglio a Monte Pellegrino, a gestione Rangers: in questo caso ai 9 mila euro, su di una estensione di 1016 HA, si aggiungono altri 21.242 euro. Ancora, Capodarso, gestita da Italia Nostra. Estensione 1485 Ha, contributo di oltre 31 mila euro più i "soliti" novemila. Va peggio all'Isola Bella, Taormina, in gestione Wwf: il piccolo isolotto, appena 10 ettari, "guadagna" solo 219 euro, pur essendo fra le riserve più esigenti per la sua posizione turistica che ne fa una delle più visitate in assoluto.
L'elenco sarebbe lungo. La parte da leoni la fanno comunque le Province regionali, che vantano l'una tantum più alta, ben 20 mila euro, si accaparrano le riserve più estese, e conseguentemente più fondi: quella di Ragusa per Pino d'Aleppo si aggiudica annualmente ben 150 milioni delle vecchie lire.
Capitolo dipendenti. La legge prevede la nomina di un direttore, equiparato, per trattamento economico, ai dirigenti. Dunque, circa 75 milioni annui, cosa più cosa meno. Poi ci sono i dipendenti, minimo due, elevabili a quattro o più, su parere dell'assessorato regionale Territorio ed Ambiente. Chi controlla queste assunzioni? Quali titoli vengono richiesti? Che procedure? Chi discliplina e regola le attività di volontariato da quelle dei dipendenti?
Allo stato attuale non è possibile avere risposte, e nemmeno porsi la domanda, poichè gli Enti gestori sono liberi di scegliere, anche se obbligati a rendicontare nelle relazioni finali.
Forse ha ragione quel Dario Colantuono, di Santa Ninfa, provincia di Trapani (dove pure insiste una splendida riserva naturale gestita da Legambiente) che su Repubblica del 20 agosto scorso si chiede se amore per la natura e competenza scientifica vanno sempre di pari passo?
Certo, non sono tutte rose e fiori. Negli anni passati i trasferimenti non sono stati regolari. "Io - spiega Girolamo Culmone, che dirige la Riserva di Caporama, a Terrasini, e che è anche responsabile Aree protette del Wwf Sicilia - me la cavo perchè dietro ho una struttura nazionale organizzata. Mi hanno pure dato il Bancomat del Wwf, per i momenti difficili. Quest'anno i trasferimenti sono stati regolari, ma gli anni passati...".
Un problema in più per le Associazioni che hanno già le loro belle gatte da pelare, come testimoniano quà e là i tanti cartelli di "Benvenuto in riserva" sparati a pallettoni senza troppi complimenti.