Roma ha ospitato la conferenza di presentazione della ricerca "Zone umide minori: un patrimonio da tutelare" commissionata dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare alla Link Campus University of Malta. Si tratta di aree "minori" solo per estensione in quanto svolgono, analogamente alle maggiori, un ruolo fondamentale sotto il profilo geoambientale, vegetazionale, faunistico, paesaggistico e della biodiversita'. L'indagine ha censito ben 305 Zone umide minori italiane, naturali (stagni, piccoli laghi, foci fluviali, torbiere eccetera) e artificiali (risaie, saline, fossati difensivi di edifici storici, vasche per l'ittocoltura eccetera) ed e' stata condotta da un team di ricercatori guidati dal direttore scientifico Raniero Massoli-Novelli, uno dei piu' eminenti esperti internazionali del settore.

In particolare e' stato realizzato un focus su cinque Regioni campione (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Sardegna e Sicilia) appositamente scelte in quanto rappresentative per la loro distribuzione geografica sul territorio nazionale e per le loro diverse caratteristiche geomorfologiche e di biodiversita'. L'estensione totale delle Zone umide minori inventariate e valutate risulta essere di 12.332 ettari con una estensione media per ogni singola Zone umide minori di 40,4 ettari.
Tra gli aspetti di maggiore rilevanza e novita' della ricerca la creazione e l'utilizzo di un indice di vulnerabilita': ciascuna delle Zone umide minori censite e analizzate, infatti, ha visto attribuirsi un fattore da uno a cinque dove uno rappresenta la minima vulnerabilita', quindi una ottima previsione di conservazione, e cinque un rischio estremo di degrado o sparizione dell'ambiente umido valutato. L'indice medio di vulnerabilia' riscontato e' risultato molto basso: 2,9 per le Zone umide minori del Friuli Venezia Giulia, 2,4 per quelle del Veneto, 2,7 per quelle del Lazio e 3,3 per Sicilia e Sardegna. È facile, quindi, evincere quanto allarmante sia lo scenario ai fini della conservazione di queste importanti aree: le Zone umide minori italiane sono gravemente minacciate da seri fattori di rischio di tipo naturale (riscaldamento globale, quindi maggiore siccita' e tendenza al prosciugamento di molte Zone umide minori) e da disturbi antropici (bonifiche agricole, inquinamenti, nuove strade, nuovi insediamenti industriali e edilizia, fenomeno, quest'ultimo, particolarmente preoccupante in Sardegna).
Questa grave situazione comporta una pesante ricaduta anche sull'economia, provocando mancate possibilita' di sviluppo delle aree nelle quali sono inserite le Zone umide minori che svolgono una determinante funzione sociale, culturale, turistica.