La salvaguardia della biodiversità, mediante la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica, nei siti di interesse comunitario Rete Natura 2000; il mantenimento o il ripristino di uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie presenti nelle direttive comunitarie; la protezione, la gestione e il monitoraggio di tali specie. Sono questi gli obiettivi generali del Piano di gestione “Monte Etna”, presentato ieri dal Parco dell’Etna nella propria sede di Nicolosi in un forum di consultazione pubblica istituzionale e sociale.
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Il Piano di gestione comprende 13 Siti Natura 2000 (Sic, Siti di interesse comunitario e Zps, Zone di Protezione Speciale), quasi totalmente ricadenti all’interno del Parco, con una superficie di poco superiore a 23.450 ettari. “Affinchè il Piano sia coronato da successo – ha sottolineato il Commissario Straordinario del Parco dell’Etna Ettore Foti - è necessaria la partecipazione attiva delle persone che vivono sul territorio nella sua valutazione. In questa occasione, il Parco dell’Etna intende proseguire l’esperienza di coinvolgimento (di amministratori locali, operatori socio-economici, associazioni ambientaliste e ordini professionali) e di governance già maturata con l’iter di redazione ed adozione del Piano Territoriale di Coordinamento. Ci impegneremo anche affinchè il documento finale del Piano di gestione abbia un linguaggio chiaro e semplice, accessibile anche ai non addetti ai lavori e con forte valenza divulgativa ”.
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Un “affresco” di grande interesse sullo straordinario patrimonio di biodiversità del territorio del Parco è venuto fuori dalle relazioni di presentazione dello studio preliminare del Piano di gestione. Ne hanno parlato, analizzandone i vari aspetti, Francesco Papale, componente del gruppo di progettazione del Piano Territoriale del Parco (Esperienza di pianificazione. Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco); Pietro Alicata, del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ente (Criteri generali attuativi determinati dall’attività consultiva del Comitato Tecnico Scientifico); Fabio Papini (Presentazione del Piano di Gestione), Salvatore Brullo e Gianluigi Giusso Del Galdo (Habitat del territorio etneo), Giuseppe Angelo Ronsisvalle (Biodiversità e conservazione) e Alessandro Bardi (Rapporto con la pianificazione territoriale), tutti componenti del gruppo di lavoro per la redazione del Piano di gestione “Monte Etna”.
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I lavori del forum sono stati coordinati dal direttore del Parco Giuseppe Spina. “Il Piano di gestione – ha spiegato Spina – è uno strumento prioritario nell’ambito dell’attuazione della politica di programmazione legata ai fondi strutturali 2007-2013, nonché nella fase di programmazione e pianificazione del territorio. Esigenza, questa, particolarmente sentita e caratterizzante nel territorio del Parco dell’Etna, in ragione delle sue peculiarità sia in termini di biodiversità, che di modelli di sviluppo socio-economico sostenibili”.
Sono poi intervenuti Francesco Gendusa (Protezione del patrimonio naturale), Giandomenico Maniscalco e Antonino La Mantia (Politiche e programmi comunitari), dell’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente. “La Rete Natura 2000 è un cambio di passo europeo nelle politiche attive di contrasto alla frammentazione ecologica – ha sottolineato Maniscalco - Nel Parco dell’Etna il vulcano va considerato un grande attrattore e una grande opportunità. E proprio sui grandi attrattori si giocherà nei prossimi anni la partita della qualità”.
La giornata di lavori al Monastero di San Nicolò La Rena, sede del Parco, è andata avanti con gli interventi e le osservazioni di sindaci e amministratori locali, associazione ambientaliste, operatori socio-economici ed esponenti degli ordini professionali. Interventi e osservazioni che, come ha sottolineato il Commissario Foti nelle conclusioni, saranno tenuti dal Parco in grande considerazione nei successivi passaggi dell’iter del Piano di gestione.