Mante a Lampedusa

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Mante a Lampedusa

Foto: Mante a Lampedusa
Un gruppo composto da 6 esemplari di Mobula mobular più conosciuta come manta è stato avvistato a circa 5 miglia a sud dall’isola di Lampedusa. L’avvistamento è stato effettuato dai ricercatori della Necton Marine Research Society nel mese di aprile durante una uscita di monitoraggio nell’ambito del Lampedusa Marine Mammals Workshop.
La manta è una dei più grandi pesci pelagici. E’ facile riconoscerla grazie alla presenza delle 2 pinne cefaliche, simili a corna, che le hanno conferito anche il nome di Diavolo di Mare. Corpo a forma discoidale; le pinne pettorali, molto larghe, sembrano delle ali e danno l’impressione che l’animale voli nell’acqua. L’apertura alare può raggiungere i 5 metri con un pesocomplessivo di circa 1 tonnellata. Si nutre principalmente di zooplancton anche sesono stati osservati casi di predazione sui piccoli pelagici. Viste le sue caratteristiche alimentari non è difficile trovarla in associazione con la balenottera comune, la stenella, il pescespada ed altre specie. Presente in tutto il bacino del Mediterraneo non è così semplice osservarla. Gli esemplari avvistati al largo dell’isola di Lampedusa erano tutti individui adulti. Il più grande presentava un’apertura alare di circa 3,5 metri. Il gruppo costituito, da 6 esemplari, presentava un nuoto di superficie con le pinne pettorali che a volte fuoriuscivano dall’acqua.
La presenza degli animali nell’area in questo periodo può essere collegata alle particolari condizioni oceanografiche che stagionalmente si verificano nelle acque dell’Arcipelago delle Pelagie e che
determinano nello stesso periodo il passaggio della balenottera comune.
Sono specie a basso potenziale riproduttivo e spesso soggette a catture accidentali da parte di palangari per la pesca del pesce spada. Per tale motivo la mobula è stata inclusa nell’allegato II del Protocollo sulle Aree Specialmente Protette e sulla Conservazione della Biodiversità della Conservazione di Barcellona. Da qualche anno la Necton porta avanti un programma di ricerca su questa specie nelle acque dello Stretto di Messina.
 
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