Il traffico di testuggini
Continua il traffico di biodiversita' protetta in Sicilia, in particolare di fauna selvatica. Sono state ben 78 Testuggini comuni (Testudo hermanni), gli esemplari sequestrati nei giorni scorsi dai Carabinieri della Compagnia di Randazzo.
L'oparazione condotta dal nucleo Radiobile, ha consentito d'intercettare un'autobile con due persone a bordo, appena gli uomini dell'arma hanno intimato l'alt, i fermati mostravano segni di nervosismo, durante la perquisizione notato un sacco di iuta che si muoveva, all'interno si trovano le Testuggini, alcune femmine in procinto di deporre le uova.
E' stato allertato tempestivamente il CRFS di Valcorrente gestito dal Fondo Siciliano per la Natura, il prof. Lino ha preso in consegna gli esempari, quasi certanente detti cheloni provengono dal Parco dei Nebrodi. L'eventuale liberazione in natura degli animali soggetti a sequestro deve'essere predisposta dall'Autorita' Giudiziaria.
Purtroppo il traffico delle Testuggini terrestre e' molto diffuso in Sicila e nell'area Medieterranea, piu' volte il Fondo Siciliano per la Natura attraverso articoli e comunicati invita che il prelievo in natura e il contestuale commercio e' illegale, che detti esemplari non sono domestici.
Preoccupano i recenti rapporti del Servizio CITES Corpo Forestale dello Stato, ad essere attenzionate specie endemiche ed autoctone, ma sopratutto il traffico di specie esotiche (fauna anche pericolosa)a cui e' interessato il nostro paese, l'Italia ha un volume d'affari di milioni d'euro, secondo solo a quello degli stupefacenti e delle armi.
Va ricordato che i nostri Parchi e le nostre Riserve in Sicilia necessitano di una maggiore vigilanza, nonche' di una efficace sinergia con il Servizio CITES del Corpo Forestale dello Stato.
Le associazioni ambientaliste sono sempre in prima linea a contrastare tutti traffici illeciti e le attivita' di bracconaggio, in particolare quelle organizzazioni che gestiscono i CRFS, l'attivita' di reintroduzione di specie nell'aree protette e' sempre attiva e costante, ma e' necessario da parte delle istituzioni preposte alla tutela e gestione ottimizzare l'attivita' di monitoraggio dei siti, sopratutto dove viene esercitata maggiore pressione antropica.
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