Sicilia, risanamento ambientale
Energia alternativa, riduzione dell’inquinamento atmosferico e sviluppo socio-economico delle aree industriali di Siracusa, Gela e Milazzo. Sono questi gli obiettivi dei nuovi Piani di risanamento ambientale redatti dall’Ufficio speciale “Aree ad elevato rischio di crisi ambientale” dell’assessorato regionale Territorio e ambiente che stanno cominciando a prendere forma. Dopo la prima fase di ricognizione dei dati sulle tre aree, stamattina nei locali etnei dell’Ufficio speciale (a San Gregorio di Catania), sono stati illustrati gli studi che dovranno essere perseguiti per la redazione finale dell’aggiornamento dei Piani di risanamento di Siracusa e Gela, che risalgono al ’95, ed ex novo di Milazzo.
“Ad oggi l’Ufficio speciale – ha spiegato il direttore della struttura regionale, Antonino Cuspilici -, è stato stipulato un accordo con l’Oms per la raccolta dei dati sanitari ed ambientali sulle tre aree ed una convenzione con il Cutgana dell’Università di Catania che si è occupato di sviluppare studi sull’inquinamento e socio-economici dei territori interessati. Abbiamo attivato le procedure di Agenda 21 per ottenere finanziamenti dall’Unione europea e diversi Piani di azione, in particolar modo a Milazzo, per la gestione degli impianti mirata a ridurre l’inquinamento ambientale”. E Cuspilici si è anche soffermato sui finanziamenti a disposizione per i Piani di risanamento. “Per i Piani di risanamento di Siracusa e Gela abbiamo ancora a disposizione i 140 miliardi di vecchie lire stanziati nel ’95 destinati a finanziare 90 interventi nell’area di Siracusa e 46 a Gela – ha detto Cuspilici -, sono previsti finanziamenti per 60 milioni di euro per il 2008 e altrettanti per il 2009, ma puntiamo a coinvolgere nella realizzazione degli interventi anche le imprese private. Il nostro obiettivo, con i Piani di risanamento, è di andare oltre la normale gestione ambientale, puntiamo a migliorare le condizioni qualitative di vita dei residenti e sviluppare sotto l’aspetto socio-economico i territori”.
Dunque spazio alle energie alternative come ha evidenziato Adolfo Parmaliana del Dipartimento di Chimica industriale dell’Università di Messina: “A Siracusa sostituendo entro 10 anni il 15% di petrolio per alimentare gli impianti con il gas naturale si ridurrebbe il danno ambientale del 40%. Si può utilizzare anche l’idrogeno di scarto per produrre energia”.
E Giuseppe Fumarola del Dipartimento di Chimica dell’Università de L’Aquila: “Su Siracusa si sta già lavorando per ridurre le emissioni di odori e di fumi neri, ma in base alle nuove direttive europee occorre realizzare una nuova rete di monitoraggio che tenga conto pure del PM25. Entro un mese sarà pronto un piano in tal senso. A Gela esiste il problema della reperibilità dell’acqua, mentre a Siracusa le condutture registrano perdite ingenti”.
Il docente Pasquale Novack ha annunciato che “entro il mese di maggio sarà pronta la mappatura delle realtà economico-artigianali-industriali delle tre aree tenendo conto non solo delle grandi imprese, ma anche delle piccole e medie che producono pure inquinamento. L’Ufficio speciale ha emesso un bando sulla certificazione ambientale per le piccole e medie imprese e punta anche a produrre sviluppo economico da quelle strutture industriale dimesse”.
Altro punto di forza dei nuovi Piani di risanamento sarà la nascita della Scuola di eccellenza a Melilli. Angelo Messina e Concetto Amore del Cutgana: “La Scuola di eccellenza per lo sviluppo sostenibile punta a formare tecnici specializzati nello sviluppo sostenibile della aree ad alto rischio ambientale, a recuperare gli impianti non più utilizzati, ad ascoltare le esigenze delle aziende e a creare anche sbocchi di lavoro nelle aziende stesse e nella pubblica amministrazione tramite attività in campo di sviluppo sostenibile e di educazione ambientale e realizzazione di pacchetti integrati eco-turistici. La Scuola di eccellenza prevede l’istituzione di tre master a numero chiuso gestiti dall’Università di Catania e dalle aziende stesse della durata di 1.200 ore tra lezioni frontali e attività formative nelle aziende”.
Nel mese di maggio saranno illustrate le relazioni progettuali sulle tre aree ad elevato rischio di crisi ambientale.
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