Punteruolo, prosegue la lotta
Diagnosi precoce e cure d’avanguardia per salvare dalla distruzione le palme attaccate dal punteruolo rosso, il coleottero che minaccia il paesaggio mediterraneo. Parte un progetto sperimentale triennale da 500 mila euro finanziato dall’assessorato Agricoltura e foreste della Regione siciliana e chiamato “Fitopalmintro” che vede al lavoro entomologi, agronomi e ingegneri guidati da Stefano Colazza, ordinario di Entomologia forestale del dipartimento “Senfimizo” (Scienze entomologiche, fitopatologiche, microbiologiche, agrarie e zootecniche) dell’Università di Palermo. Coinvolte, oltre al Senfimizo, altre tre strutture dell’Ateneo: il dipartimento di Ingegneria chimica, quello di Ingegneria idraulica e l’Upado, l’ufficio di gestione del Parco d’Orleans, che si occupa tra l’altro della “biotriturazione” delle palme malate.
Oggi la presentazione del progetto al giardino sperimentale realizzato in viale delle Scienze, accanto alla facoltà di Ingegneria, dove le palme saranno tenute sotto osservazione giorno e notte con una “stazione di monitoraggio” che raccoglierà dati chimico-fisici e biologici attraverso sonde inserite nella struttura delle piante, e dove saranno applicate terapie a base di prodotti chimici già sperimentate in laboratorio con risultati incoraggianti. è stata utilizzata infatti con successo l’”endoterapia”, ovvero l’introduzione a una certa pressione atmosferica di prodotti chimici in grado di frenare l’aggressione del coleottero. Una tecnica che adesso potrebbe trovare applicazione anche sulle palme dei giardini pubblici della città: il primo marzo, infatti, il ministero della Sanità ha autorizzato l’impiego pubblico, per 120 giorni, di alcuni prodotti di cui si proverà a valutare l’efficacia previa autorizzazione della Asl competente. Primo esperimento in programma, le palme di viale delle Scienze. Oggi, alla presentazione, accanto a Stefano Colazza, il pool di esperti coinvolti: Giuseppe Barbera, ordinario di Scienze arboree, Antonio Motisi, ordinario di Arboricoltura; Giuseppe Filardo, direttore del dipartimento di Ingegneria chimica; Goffredo La Loggia, direttore del dipartimento di Ingegneria idraulica, Gabriella Lo Verde, ricercatrice entomologa.
I dati sull’attacco del punteruolo sono davvero allarmanti: le palme colpite in Sicilia sono 4.200 di cui 1.300 a Palermo. Le zone più a rischio sono Palermo, Trapani e Catania: nella città etnea non c’è alcun esemplare osservato che non presenti segni di infestazione. Finora in Sicilia sono state eliminate 2.500 palme di cui 800 a Palermo, un’operazione costata alla Regione un milione e mezzo di euro.
“La stazione di monitoraggio servirà a individuare sintomi riconducibili all’attacco del punteruolo, come la variazione della temperatura delle palme infestate - spiega Colazza – Saranno effettuati campionamenti anche sui flussi di linfa e sulla capacità fotosintetica, ovvero il grado di riflessione e assorbimento dell’energia solare da parte delle foglie”. Coinvolte nel progetto altre due unità di ricerca esterne all’Ateneo: le facoltà di Agraria dell’Ateneo di Catania e l’Istituto sperimentale per la floricoltura del CRA, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, struttura del ministero dell’Agricoltura.
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