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Nebrodi, nascono aquilotti

La coppia di Aquila reale (Aquila chrysaetos) presente nel territorio delle Rocche del Crasto, il massiccio montuoso che sovrasta il paese di Alcara Li Fusi, nel cuore del Parco dei Nebrodi, ha nidificato.
Lo staff di esperti del Parco, con controlli periodici, ha seguito costantemente questa coppia sin dal principio del periodo riproduttivo. Infatti già all’inizio dell’inverno scorso dopo i loro acrobatici voli di corteggiamento detti “a festoni”, è seguita la manutenzione annuale del nido, posto in un anfratto di una delle pareti delle Rocche del Crasto. Un’attività consistente nella collocazione di uno strato di “nuovi rami”, che si vanno ad aggiungere all’enorme ammasso di “rami vecchi” accumulati negli anni. (Alcuni nidi di Aquila reale possono essere formati da una massa legnosa complessiva di ben 700 kg).
La cova delle uova deposte verrà effettuata a turno da entrambi i genitori per circa 45 giorni, fino alla loro schiusa prevista nella prima metà di maggio.
“La nidificazione dell’Aquila reale, insieme a quello della nidificazione degli Avvoltoi Grifoni, avvenuta nei mesi scorsi, rendono il territorio delle Rocche del Crasto un luogo faunistico di rilevanza internazionale” - ha dichiarato Antonino Ceraolo, Commissario Straordinario dell’Ente Parco dei Nebrodi nell’apprendere la notizia.
Una particolarità dell’Aquila reale di Alcara è legata ad una singolare e affascinante leggenda: si narra che un eremita, San Nicolò Politi, che viveva in una grotta tra queste impervie montagne, avesse instaurato un rapporto eccezionale con l’Aquila, tanto che l’uccello regale provvedeva al suo sostentamento portandogli del pane. Tale tradizione trova testimonianza nei dipinti che si possono osservare nell’abitato di Alcara li Fusi e nel rapporto di affetto che hanno gli abitanti del luogo nei confronti della loro Aquila.
La coppia di Aquile che nidifica in questo sito, grazie all’elevato successo riproduttivo, risulta tra le più prolifiche d’Italia, indicatore inequivocabile della idoneità ambientale del territorio del Parco e dell’abbondanza di prede che in esso l’animale trova. 
 
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