Non è comune il ritrovamento o l’avvistamento di uno Svasso Maggiore sull’Etna, soprattutto quando questo viene effettuato a quota 2800 m slm. A recuperare questo elegante uccello è stato il Commissario Superiore della Forestale Rocco Raiti comandante del Soccorso Montano e P.C. “Etna”. In mattinata durante la sua attività di vigilanza in quota sul vulcano, in località Pizzi Dineri, ha notato un uccello con le zampe incastonate nel ghiaccio, in evidente difficoltà e infreddolito, prontamente accudito presso il Distaccamento Forestale di Linguaglossa.
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Si è quindi attivata una staffetta con i volontari del Fondo Siciliano per la Natura, i quali hanno prontamente con la collaborazione dell’Ispettore A. Stagnitta hanno trasferito l’animale al CRFS di Valcorrente nella struttura della Provincia Regionale di Catania. L’attività di collaborazione tra il Fondo Siciliano per la Natura ed il servizio veterinario dell’ASL3 diretta dal dott. A. Salina è prossima all’attivazione di un protocollo per avviare un Sistema di Monitoraggio Epidemiologico, finalizzato nello specifico al controllo sulla fauna selvatica, con la partecipazione di organismi istituzionali quali la Provincia di Catania e la Ripartizione Faunistico Venatoria e Ambientale di Catania, quale supporto dell’Osservatorio per la Biodiversità Animale. Lo Svasso Maggiore è un uccello che colonizza le acque poco profonde (0,5-5 m), ferme o leggermente correnti con fondali fangosi o sabbiosi e con
diffusa vegetazione acquatica, ormai stanziale presso l’Oasi del Simeto, la sua presenza è comune nelle acque della Vecchia Ansa. Dalle nostre parti viene chiamato anche “aceddu parrinu”, in inglese è “great crested grebe”, nome scientifico Podiceps cristatus.
Lo svasso maggiore non è una specie particolarmente gregaria e, al di fuori del periodo riproduttivo, conduce una vita solitaria, sebbene siano state osservate aggregazioni di oltre cento individui.