Bit, successo Sicilia
Alla Bit di Milano trionfano i Patriarchi verdi della Sicilia, testimonianza vivente della storia dell’Isola. Cento splendidi esemplari anche ultra millenari presentati in uno splendido volume edito dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali, da scoprire in un suggestivo tourpresentato alla BIT 2008 appena chiusa a Milano.
Il più longevo è il Castagno dei cento cavalli, chiamato così da quando la regina Giovanna d’Aragona, sorpresa da un uragano, vi trovò riparo con il suo seguito di cento cavalieri. Si tratta di uno dei più notevoli alberi monumentali d’Italia, il più grande e il più longevo, celebrato da storici, paesaggisti e viaggiatori, soprattutto stranieri, che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Un colosso di circa 3000 anni, 22 metri di altezza e con tronco di circa 50 metri di circonferenza, che si trova alla falde dell’Etna, nel comune di San’Alfio (CT). Il più magico è invece l’Olivastro di Inveges nel comune di Sciacca (AG), all’interno del quale, si dice, dimorino le fate. Nessuno può toccare i suoi rami, né tanto meno tagliarli o raccoglierne i frutti. Le piccole olive che possono essere raccolte a terra dopo essere spontaneamente cadute, erano utilizzate in passato per fare il cosiddetto “olio santo”.
Tante leggende, tanti aneddoti attorno a questi splendidi testimoni di un passato lontano, raccontati in un volume realizzato dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Sicilia, che verrà presentato alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, domenica 24 alle 12.30.
Un intenso lavoro portato avanti per oltre tre anni dall’Azienda Foreste in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università degli Studi di Palermo, che ha portato a censire oltre 412 esemplari, di cui solo 100 descritti nel volume, in quanto ritenuti maggiormente rappresentativi dei paesaggi che caratterizzano le province siciliane.
Monumenti della Natura che invitano ad un suggestivo tour tra le varie province dell’Isola, alla scoperta delle loro particolarità. Come i quasi millenari Carrubi di Siracusa e Ragusa, la cui circonferenza supera i 10 metri o la Sughera Mosaica di Niscemi, una delle più vecchie d’Italia; o ancora gli intrigati Agrifogli di Piano Pomo, nel Parco delle Madonie, la cui specificità è dovuta ad un particolare fenomeno naturale noto come “innesto per approssimazione”. I fusti di diversi esemplari vicini, sfregandosi l’un l’altro per l’azione del vento, mettono a nudo i tessuti del cambio. Cessato il vento i fusti iniziano lentamente a saldarsi, nei punti di contatto. Questo tipo di innesto, coinvolge nel tempo diversi fusti vicini, facendo assumere agli alberi forme e dimensioni originali.
Ma il volume racconta anche della Roverella di Santa Rosalia, nella Riserva di Monte Cammarata, dove la Patrona di Palermo si recava per pregare; o del Cipresso di San Benedetto il Moro, l’albero probabilmente più vecchio di Palermo, che ebbe origine, secondo la tradizione popolare, dalla prodigiosa radicazione di un bastone che San Benedetto aveva infisso nel terreno accanto alla piccola casupola, oggi diventata cappella, in cui egli visse e dove tuttora il cipresso svetta maestoso.
“Un volume, il primo in Sicilia - come afferma Francesca De Luca, Ispettore Generale dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali F.F. – che attraverso un patrimonio unico, qual è quello degli alberi monumentali della Regione, si propone di raccontare le nostre radici storiche e culturali, invitando gli amanti della natura ad un originale e suggestivo tour alla scoperta di questi magnifici esemplari, testimonianza ancora presente e sempre più da tutelare, di secoli di storia siciliana.”
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