Etna, morta aquila recuperata
“E' morta l' Aquila reale, recuperata in Provincia di Catania all’interno del Parco dell’Etna, poco distante dal Parco Fluviale dell’Alcantara.
La superba regina dei cieli ha lottato per la sopravvivenza ma non ce l'ha fatta.
Preziosa e’ stata l’opera prestata dagli uomini del Distaccamento Forestale di Randazzo per consegnare tempestivamente l’esemplare al prof. Luigi Lino del Fondo Siciliano per la Natura, responsabile anche del CRFS di Valcorrente, ospitato nella struttura della Provincia Regionale di Catania.
Si e' attivata una funzionale siniergia con il servizio veterinario dell’AUSL3 di Catania, il dott. Salvo Rubino insieme alla volontaria Grazia Mascianisi e al prof. Luigi Lino,si sono prodigati a prestare le prime cure all’aquila, verificato il pessimo stato debilitativo del rapace (sicuramente non mangiava da giorni), il veterinario riscontrata una vistosa frattura all’omero, si e’ attivato rapidamente a infibulare la parte incidentata, colpita quasi certamente da arma da fuoco.
Grazia Mascianisi viste le precarie condizioni del grande rapace, non si e’ allontanata un attimo dal CRFS di Valcorrente, imboccando l’animale con premurosa attenzione, com’e’ nella sua naturale e quotidiana opera d’assistenza agli esemplari di fauna selvatica ospitati al Centro. Purtroppo domenica nella nottata le condizioni dell’aquila sono peggiorate, alle cinque di stamattina si e’ concluso quel “viaggio di ritorno” a cui tutti noi speravamo.
Non si puo’ capire quanto pesante sia la perdita di un Aquila Reale nel Parco dell’Etna, un superbo rapace all’apice della catena alimentare, un tassello fondamentale per la bidiversita’.
Purtroppo recentemente i 2 Parchi Regionali (Etna e Nebrodi) sono stati segnati dalla perdita di ben 3 esemplari di Aquila reale (compresa l’attuale femmina dell’Etna), nonche' il pulcino caduto dal nido sui Nebrodi.
Gia’ la naturale competizione tra i pullus di Aquila reale, che caratterizza l’istinto di Caino e Abele, diventa condizione limitante per l’incremento della specie, se a cio’ mettiamo anche gli ultimi avvenimenti, frutto di una certa pressione antropica, dove non mancano i soliti sparatori occasionali, e dove talvolta le varie strutture di supporto e produzione energetica impattano la fauna selvatica (oltre ad incidere negativamente sul paesaggio), ci si convince cosi' cehe gli sforzi fin qui’ prestati diventano vani.
Con l’auspicio che l’Osservatorio Provinciale per la Biodiversita’ Animale, prenda la giusta strada istitutiva con la Provincia Regionale di Catania, affiche’ con le Istituzioni preposte e le forze dell’ordine si possano avviare verso “il cammino del ritorno” alla natura, le tante specie di fauna selvatica a rischio estinzione.
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