Biodiversità e paesaggio
Ci scrive Carmelo Nicoloso, vicepresidente del Fondo siciliano per la Natura.
"In questi giorni percorrendo la strada di Passo Martino che mi conduce al lavoro alla ST in M6, ammiro con viva soddisfazione la presenza di 3 cicogne, ormai stanziali nell’area attigua tra Etna Valley e Oasi del Simeto, a far capolino una stupenda Etna innevata, superba montagna sacra al centro del Mediterraneo.
Mi domando: è una circostanza occasionale? Nel contempo spostando il mio sguardo sulle pale eoliche sparse sull’altopiano degli Iblei altre domande mi frullano in mente, ma qual e’ lo stato di salute della nostra biodivesità animale e del paesaggio?
Fortunatamente in Sicilia una funzionale rete di collaborazione tra associazioni ambientaliste e forze dell’ordine (Corpo Forestale Regionale e Statale con CITES in testa) garantisce una funzionale sostegno alla fauna selvatica, grazie all’opera prestata dai volontari e dai veterinari nei Centri di recupero fauna selvatica con la collaborazione delle Ripartizioni Faunistico venatorie .
Sono diminuiti sensibilmente gli atti di bracconaggio dei soliti “sparatori occasionali”, è pur sempre vivo e attivo in Sicilia il traffico internazionale di “volatili” in particolare di cardellini. Diverse migliaia sono state sequestrate dalla Finanza in provincia di Siracusa e liberate a Vendicari dai volontari del Fondo Siciliano per la Natura.
Grazie alla collaborazione del Fondo con gli uomini del CITES si è intervenuti in diversi sequestri di fauna selvatica protetta in possesso di un privati cittadini.
Questa sinergia ha consigliato agli uomini del Corpo Forestale dello Stato di utilizzare il Centro di recupero di Valcorrente quale base d’appoggio per le operazioni in Sicilia, la struttura messa a disposizione dalla Provincia Regionale di Catania sarà il nodo di collegamento per l’istituendo Osservatorio provinciale per la Biodiversità.
Volendo operare in progetti di riproduzione di specie di fauna selvatica, ci si preoccupa di preservare gli habitat, studiare programmi mirati di naturalizzazione dei siti per il rilascio, seguendo le linee guida indicati dalla UE e dal Ministero dell’Ambiente, ma una forte preoccupazione ci attanaglia, quanto impattano e quanto danno arrecano alla fauna selvatica le strutture utilizzate per l’energia prodotta da fonti rinnovabili, in particolare l’eolico?
Sull’altopiano degli Iblei, dove concorre in modo vibrante la contesa per l’istituzione di un Parco (nazionale o regionale?), si sussegue in una lunga distesa la presenza di enormi e impattanti pale eoliche, che sono l’antitesi a quell'imponente paesaggio naturale che si trova innanzi, il più grande vulcano d’Europa.
Anche l’area degli Erei si appresta ad essere arricchita di nuovi parchi eolici: sarebbe opportuno che la memoria storica dei siciliani non dimentichi delle proprie radici, l’area attigua ad Aidone con Morgantina rappresenta uno dei siti archeologici più importanti dell’isola al pari di Piazza Armerina.
Così come è funzionale la sinergia tra forze dell’ordine e associazioni ambientaliste per preservare la fauna selvatica, è auspicabile seguire la medesima direzione con le Soprintendenze presenti in Sicilia, affinchè si evitino ulteriori ferite al martoriato paesaggio della nostra isola.
Carmelo Nicoloso
(vicepres. Fondo Siciliano per la Natura)
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