Si recupera Torre del Filosofo
Il vecchio rifugio “Torre del Filosofo”, a 2.920 metri di altezza sull’Etna, nel territorio di Nicolosi, sarà presto interamente recintato, le finestre e qualunque altro accesso saranno chiusi e ne sarà vietato l’ingresso. È questa la prima, urgente soluzione individuata per garantire la pubblica incolumità di turisti e alpinisti che, per spirito di avventura o per una situazione di pericolo, volessero usufruire della struttura.
A proporla e a volerla mettere in atto sono stati l’assessore alla Protezione civile dell’Amministrazione Lombardo, Marco Falcone, con il dirigente e il funzionario del Servizio, gli ingegneri Antonio Failla e Giovanni Musmarra, il progettista e direttore dei lavori, ing. Alessia Cirelli, e il sindaco e l’assessore del Comune di Nicolosi, Antonino Borzì e Antonio Borzì. Lo scorso mese di ottobre, inoltre, con un provvedimento emesso dal Parco dell’Etna, è stata approvata la messa in sicurezza del sito.
“Ci siamo fatti promotori di questi interventi urgenti – ha spiegato l’assessore provinciale Marco Falcone – perché la struttura versa in condizioni critiche, dopo essere stata oggetto di eruzioni e colate laviche. Persiste una situazione di pericolo per chi dovesse transitare o, peggio ancora, soggiornare nell’area, anche se giustificato da situazioni di emergenza. Oltre a quella individuata, ci riserviamo di trovare ulteriori soluzioni adeguate per risolvere definitivamente il problema della sicurezza dei visitatori”.
Una prima ipotesi, di qualche anno addietro, subito scartata, era stata quella di demolire il rifugio, fortemente danneggiato nell’ottobre del 2002 da una pioggia intensa di materiale piroclastico. In quell’anno i lavori di manutenzione e recupero furono sospesi e gran parte della struttura è rimasta sepolta dalla cenere lavica. Il rifugio è considerato un sito storico per il vulcano, ma anche il chiaro esempio di come non si debba più costruire a simili altitudini, per di più se, come capitato per la “Torre del Filosofo”, vi sono presenti, nel sottosuolo, faglie pericolose.
Isolare completamente l’area e apporre adeguati cartelli di avviso pericolo, in più lingue, è, dunque, il primo intervento da realizzare. I lavori partiranno all’arrivo della stagione favorevole. Gli Enti interessati stanno anche valutando l’ipotesi di realizzare rifugi alternativi, questa volta prefabbricati, che possano diventare nuovi punti di riferimento per escursionisti, alpinisti e amanti della montagna.
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