Si all'istituzione di nuove aree protette, no alla mancanza di concertazione con Regione ed Enti Locali. L'Assessore regionale Territorio e Ambiente Rossana Interlandi interviene sulla istituzione di 4 parchi nazionali prevista con apposito emendamento nella Finanziaria appena approvata a Roma.
Lo fa con una lettera inviata al Ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio, una missiva che si appella non solo alla legge nazionale sui parchi del 1991, ma anche allo Statuto Siciliano, in base al quale le scelte in materia di programmazione territoriale e delle aree protette competono alla Regione Siciliana in virtù della sua autonomia.
La Regione ha già avviato alcuni percorsi istitutivi, citiamo in questa sede il confronto per la nascita del parco regionale degli Iblei, che insieme a quello dei Sicani colmerà alcune lacune createsi negli anni. Adesso il governo nazionale pretende di imporre dall'alto alcune scelte, su alcuni territori peraltro già vincolati, come Pantelleria.
Ampie fette di territorio su cui sono già in atto interventi, in alcuni casi eccellenti come quelli posti in essere dall'Azienda Foreste.
Il rischio è quello di creare, come già avvenuto in alcuni casi con le aree marine protette, organismi statali sganciati dalla realtà locale, lenti a decollare e difficili da essere recepiti dalle popolazioni locali. Con conseguenti rallentamenti nella fase di decollo. A differenza dei parchi regionali, quelli nazionali ad esempio i consigli hanno ruoli e funzioni diverse.
La posizione della Interlandi non è ovviamente piaciuta nè a Massimo Fundarò deputato nazionale dei Verdi, nè ad Angelo Lo Maglio, di Sinistra democratica, che in sede parlamentare hanno fortemente sostenuto l'approvazione dell'emendamento che istituisce i parchi nazionali delle Egadi, delle Eolie, Iblei e Pantelleria.
L'impressione è che quello approvato a Roma sia un grimaldello, con uno stanziamento minimo, da appena 250 mila euro a parco, per aprire una maglia legislativa, prevaricare l'autonomia siciliana e creare carrozzoni politici che non avrebbero rapidamente possibilità di crescita.
Se si perde di vista la finalità principale, e cioè la conservazione della biodiversità, e si ragiona in direzione di logiche di potere, di spartizione di poltrone, di occupazione permanente di poteri precari, allora non potremo dire mai di avere potuto contare su una politica ambientalista seria, onesta, ed impegnata per lo sviluppo sostenibile.
Certamente riteniamo positivo l'avvio del dibattito sui parchi nazionali, rileviamo, a titolo di cronaca, che già in passato se ne era discusso anche per l'Etna, e, più recentemente, per un sondaggio sulle Madonie.