Madonie, distretto carni
Venticinque comuni, 270 operatori, Assessorato regionale all'agricoltura e Foreste, Provincia e Sosvima. Eccola la base operativa del "distretto delle carni bovine delle aree interne della Sicilia". Si chiama così il protocollo di filiera nato per rilanciare la dop siciliana. Il progetto commerciale riparte dopo che il giudizio di fattibilità negativo espresso dall'Assessorato regionale alla Cooperazione è stato ribaltato dal Tar. Caduta definitivamente l'ipotesi dell'assenza di alcuni requisiti giuridici gli operatori hanno ripreso in mano il percorso avviato. Confermando in lungo e largo la linea tracciata, che è quella di rifunzionalizzare la filiera bovina facendo convergere le forze verso l'affermazione di un prodotto di alta qualità.
Al cartello hanno già detto si le più grosse imprese agro - zootecniche delle province di Palermo, Caltanissetta, Enna e Messina. Ma la prospettiva della Sosvima, la società di sviluppo che ha seguito la nascita del distretto, è quella di coinvolgere altri operatori e rafforzare le energie.
"E' un'iniziativa fortissima - afferma Alessandro Ficile, presidente della Sosvima - che consente di dare vigore ad una delle filiere più deboli se si pensa che oltre il 50% del fabbisogno di carni bovine viene attualmente importato. In questo modo si ha la possibilità di mettere a sistema singole economie creando un'offerta integrata in grado di raggiungere i mercati regionali e assicurando al consumatore tracciabilità e piena conoscenza dei prodotti". Molti obiettivi per una proposta unica, condensata in un piano che ha come faro l'innovazione e la ricerca applicata. Il sostegno alla qualità che dovrà avvalersi anche del potenziamento delle realtà produttive esistenti e della nascita di nuovi impianti. In questa ottica il distretto spera di incidere sulla qualità e, di riflesso, auspica di potere avere un più facile accesso ai finanziamenti comunitari. Aspetto, questo, non secondario.
Michele Macaluso, direttore dell'Unita operativa territoriale di Petralia Sottana dell'Assessorato regionale agricoltura e foreste, preferisce soffermarsi sulla crescita dettata dal passo della modernizzazione: "Il sistema di cooperazione che ispira il distretto - afferma il dirigente regionale - assegna un ruolo di presenza qualificata all'intera filiera. Non è solamente il mercato a richiedere uno slancio verso l'innovazione: la nascita del distretto delle aree interne della Sicilia delle carni bovine determinerà inevitabilmente un effetto domino in grado di spingere le realtà presenti ad aderire alla strategia di settore e a fare sempre meglio". (Maurilio Fina )
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