Pantalica, platani da salvare
Salvare il platano orientale,emblema della riserva naturale e tipicità esclusiva di quest’area.
È questo l’obiettivo del progetto avviato lo scorso anno e rilanciato in questi giorni dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali, ente gestore della Riserva di “Pantalica Valle dell’Anapo e Torrente Cavagrande”, a tutela di questa interessantissima specie vegetale, esistente solo in quest’area territoriale del siracusano, la cui sopravvivenza continua a essere messa a dura prova.
Scongiurate infatti le minacce provenienti dalla pressione antropica sul territorio, con il consequenziale miglioramento degli habitat naturali, a seguito dell’istituzione della Riserva, istituita nel 1997 al fine di tutelare le associazioni vegetali di Platanetalia orientalis, caratterizzate dalla significativa presenza del meglio noto platano orientale, le biocenosi igrofile, nonché la tutela di una trota il cui areale di distribuzione sembra limitato a tale zona della Sicilia; l’esistenza del platano orientale è adesso gravemente minacciata dal cancro colorato causato dal fungo Ceratocystis fimbriata, che ne ha progressivamente decimato la popolazione.
Un battaglia, quella contro il cancro colorato del platano, che si presenta alquanto problematica sia per motivi di carattere ecologico che per ragioni tecnico-operative, che l’Azienda Foreste sta combattendo con ottimi risultati, attraverso una serie di interventi fitosanitari ricadenti nel distretto forestale “Giarranauti” nella zona “A” della Riserva, mirati al risanamento della vegetazione, attraverso l’abbattimento delle piante deperite e l’eliminazione delle infestazioni di edere dai tronchi delle piante, con lo spostamento del materiale di risulta in spazi opportunamente preparati e la distruzione dello stesso mediante bruciatura; l’eliminazione di infestanti presenti sotto la chioma di piante vive adulte per favorire la emergenza delle piantine derivate dalla disseminazione naturale; il risanamento della vegetazione naturale riparia lungo il corso del fiume Anapo.
Interventi, i cui effetti positivi sulla vegetazione sono già ben visibili, che vanno ad aggiungersi alle numerose attività portate avanti negli anni dall’ente gestore, volte alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio naturale anche attraverso la realizzazione di infrastrutture idonee a consentirne la fruizione.
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