Rete Natura/2, lettera associazioni
Con una lettera congiunta trasmessa d'urgenza ai deputati delle Commissioni Ambiente e Agricoltura della Camera, le associazioni WWF, LIPU, ITALIA NOSTRA, ANIMALISTI ITALIANI, ENPA, VAS, LAV e LAC chiedono di respingere le risoluzioni presentate da Zucchi (Ds) e Misuraca (Forza Italia) contro l'emanazione del decreto sulla Rete Natura 2000.
Si tratta, sottolineano le associazioni, di una manovra inopportuna, che giunge a pochi giorni dall'emanazione del decreto da parte del Ministro dell 'Ambiente, previsto all'articolo 1, comma 1226, dell'ultima legge Finanziaria, introducendo aspetti non previsti dalla legge (come ad esempio il vincolo dell'intesa con le regioni) con il chiaro fine di ostacolare l' uscita del decreto. Decreto che peraltro è il risultato di una lunga ed ampia concertazione con regioni e categorie sociali.
Le risoluzioni in discussione oggi a Commissioni congiunte, Ambiente e Agricoltura, rischierebbero dunque di ritardare l'emanazione del decreto, "con almeno due gravi conseguenze: la condanna sempre più probabile e diremmo certa del nostro Paese, per via della procedura di infrazione 2131/06 (che ha nella previsione dei criteri minimi di tutela uno dei punti nevralgici), e l'aggravarsi del caos normativo già in atto.
Infatti, in assenza del previsto decreto ministeriale, per i siti della rete Natura 2000, sarebbero oggi vigenti, come definito da ormai numerose sentenze dei TAR, le misure di salvaguardia della legge quadro sulle aree protette (L. 394/91), tra le quali il divieto assoluto di caccia. Ciò significa, ricordano le associazioni, che a pregiudicare l'avvio della prossima stagione venatoria sarebbe proprio la mancata emanazione del
decreto, e non già l'adozione del medesimo.
Ma ancora più importante, aggiungono le associazioni, è dare finalmente all' Italia la piena applicazione di quello strumento serio per la conservazione della biodiversità quale è la Rete Natura 2000, in attuazione delle direttive Uccelli e Habitat. Evento che l'Italia attende da troppo tempo, avendo fin'ora registrato gravi danni alle specie e alle aree naturali più preziose del nostro Paese. Un motivo in più per favorire l'immediata emanazione del decreto e, dunque, bocciare le risoluzioni.
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