Alga tossica, incontro
Un vademecum destinato ai bagnanti e ai gestori dei lidi balneari. Una guida alla conoscenza della Ostreopsis ovata, per sapere cosa è e come difendersi dall’alga invisibile, che ha creato allarme sulle spiagge di alcune regioni italiane. E che in passato ha causato problemi di salute in quelle delle province di Palermo e Trapani.
L’opuscolo, redatto da Arpa Sicilia che lo distribuirà nelle zone dove si sono registrati casi di malori dopo un’esposizione alla Ostreopsis ovata, come Aspra (a Bagheria), Isola delle Femmine, Capaci, Trapani e San Giuliano a Erice, è stato presentato stamattina nella Biblioteca comunale – Pino Fortini di Isola delle Femmine. Con l’occasione sono stati resi noti i dati dei primi campionamenti e il piano dei monitoraggi condotti dall’Arpa Sicilia, e fatto il punto sullo stato delle conoscenze sull’alga potenzialmente tossica.
All’evento partecipano il sindaco di Isola delle Femmine, Gaspare Portobello, il sindaco di Capaci Vincenzo Longo, il direttore generale di Arpa Sicilia, Sergio Marino, Roberto Palma, segretario particolare dell’assessore regionale al Territorio e ambiente, Salvo Anzà, del Dipartimento regionale Territorio e ambiente, Giovanni Salamone, dell’Ispettorato Sanità della Regione Siciliana, Biagio Bellassai, del Dipartimento Regionale della Protezione civile, Rossella Barone, dell’Università di Palermo, Roberto Poletti, del Centro ricerche marine di Cesenatico, Erika Della Casa, giornalista del Corriere della Sera e Paola Aiello, di Arpa Sicilia.
VADEMECUM. L’opuscolo, che sarà distribuito in quattromila copie alle amministrazioni comunali interessate, alle Capitanerie di porto e ai gestori dei lidi balneari che potranno a loro volta metterlo a disposizione dei bagnanti, è diviso in più parti per sapere cosa è l’Ostreopsis ovata e come si presenta (in superficie o sott’acqua), da dove arriva e come si diffonde, quando e perché, e quali effetti può produrre (come febbre, nausea, cefalea, disturbi respiratori) sui bagnanti e in generale su chi frequenta il tratto di litorale interessato. Sulla brochure sono riportati i recapiti telefonici e telematici per avere informazioni sull’aspetto ambientale del fenomeno.
I DATI E IL PIANO DI MONITORAGGIO. Le linee guida nazionali emanate dal ministero della Salute e rese note nel mese di maggio di quest’anno, sono finalizzate alla gestione delle problematiche delle fioriture dell’O. ovata e individuano come strumenti fondamentali una base conoscitiva il più possibile avanzata e l’adozione di piani di sorveglianza e gestione delle emergenze, a partire dalla fase di routine fino a
quella di eventuale emergenza. Una situazione, quest’ultima, che, secondo le esperienze pregresse, si può configurare quando l’O. ovata è presente in una concentrazione superiore a diecimila cellule per litro in acqua (diversa è la circostanza in cui sono posate sulle macroalghe, cioè quelle visibili ad occhio nudo, situazione per la quale non sono stati stabiliti parametri).
“Arpa Sicilia, con l’obiettivo di approfondire le conoscenze ambientali delle cinque zone interessate dal fenomeno e dove l’anno scorso si sono registrati casi di malessere (Aspra, Isola, Capaci, Erice e Trapani) ha già avviato un apposito piano di monitoraggio ambientale – spiega il direttore generale di Arpa, Sergio Marino - nel mese di giugno è stato condotto un campionamento: stessa cosa accadrà a settembre, a meno di una forte concentrazione di alga che richiederà ulteriori prelievi e analisi. A luglio e agosto, mesi più caldi e durante i quali può verificarsi la fioritura dell’alga, i campionamenti verranno effettuati ogni quindici giorni. In futuro, dopo l’estate, cercheremo di avviare monitoraggi, a livello preventivo, anche negli altri comuni costieri dell’Isola dove il fenomeno non si è ancora presentato”.
I prelievi dei campioni vengono effettuati vicino alla riva a una profondità tra i 50 centimetri e il metro e mezzo. I punti di campionamento sono stati scelti in funzione delle finalità ambientali e di conoscenza del fenomeno, e sono rappresentativi delle caratteristiche ambientali delle intere aree. Ovunque, a giugno, è stata registrata la presenza di alga invisibile: una concentrazione più alta sulle macroalghe, più bassa in acqua. Le quattro stazioni di rilevamento di Aspra (tre delle quali in zone in cui c’è il divieto di balneazione) hanno riscontrato da 840 a 9660 cellule/litro in acqua e da 982 a quasi 42mila cellule/grammo di peso fresco sulle macroalghe. A Capaci, si è registrato il valore di 20 in acqua e 1787 su macroalghe. In entrambi le stazioni di Isola delle Femmine il valore è al di sotto del limite di rilevabilità cioè 20 in acqua; sulle macroalghe, in una non è stata rilevata la presenza, in un altra è di circa 62mila. A Trapani (tre stazioni) i valori sono andati da 380 a 3400 (in acqua) e da 514 a 3121 (su macroalghe), nelle due stazioni di San Giuliano (Erice) da 1260 a 4220 e da 221 a 6975.
I risultati dei monitoraggi vengono comunicati all’Ispettorato regionale alla Sanità e al Dipartimento regionale Territorio e ambiente nonché agli altri organi competenti. I dati che scaturiscono dai monitoraggi hanno finalità ambientale, di conoscenza dell’andamento del fenomeno e delle reazioni dell’ecosistema marino. Essi vengono pure utilizzati per il controllo delle problematiche di tipo sanitario. Per questa finalità, è stata emanata, congiuntamente dagli assessori regionali alla Sanità e al Territorio e ambiente, una circolare, indirizzata ai sindaci dei comuni costieri della Sicilia ma anche a tutti i soggetti interessati dal fenomeno dell’Ostreopsis ovata. La circolare contiene le linee guida di indirizzo sanitario e per l’attivazione del sistema di allerta, che sarà gestito da Arpa e dai laboratori di Sanità pubblica e che è articolato in alcune fasi come quella dell’informazione preventiva della popolazione (anche attraverso opuscoli e cartelli), dell’indagine conoscitiva nelle zone già interessate dal fenomeno e del monitoraggio analitico nelle acque marine di quelle stesse aree (è la fase in corso). I monitoraggi riguarderanno, in via precauzionale, anche le zone non toccate dal fenomeno.
IL TAVOLO TECNICO REGIONALE: COORDINAMENTO E INIZIATIVE
Il Tavolo tecnico di settore sulle “Fioriture di cianobatteri nei corpi idrici superficiali” (costituito nel marzo del 2006) è un sott’organismo del Tavolo tecnico regionale sulle acque, istituito nel dicembre del 2003 per volere del presidente della Regione e Commissario straordinario per le acque con l’obiettivo di coordinare l’attività di tutti i soggetti istituzionali che operano nel settore delle acque, per far condividere le informazioni e per individuare linee guida comuni. Del sottotavolo fanno parte il Dipartimento regionale Territorio e ambiente, l’Arpa, il Commissario delegato per l’emergenza rifiuti e tutela delle acque e quello per l’emergenza idrica, l’Ufficio idrografico regionale, l’Ispettorato regionale sanitario e quello veterinario, il dipartimento regionale Interventi strutturali in agricoltura e quello per i Lavori pubblici, l’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque e l’Ufficio speciale della montagna.
L’organismo ha previsto l’attivazione di un’unità di crisi nei siti in cui si presenta il fenomeno: una struttura di coordinamento tra un responsabile dell’amministrazione comunale interessata, l’Arpa, il Dipartimento regionale Territorio e ambiente, l’Ispettorato regionale della Sanità e la Protezione civile. Proprio l’Ispettorato alla Sanità, con l’obiettivo di creare un efficace sistema di allerta, sta realizzando dei moduli
che saranno compilati dai medici dei pronto soccorso e delle guardie mediche turistiche dei luoghi in cui il fenomeno si è presentato per registrare e misurare disturbi che bagnanti, residenti, e tutti coloro che vivono vicino al litorale interessato dal fenomeno o che si trovano a frequentare la zona possono manifestare o per diretto contatto con l’acqua o inalando le goccioline trasportate dal vento (effetto aerosol).
Il Tavolo, inoltre, ha dato mandato alle Province regionali di Palermo e Trapani di coordinare la ricognizione, da parte dei Comuni, degli scarichi in mare al fine di stabilire se vi siano versamenti abusivi di sostanze nutrienti (come fosforo e azoto) che potrebbero influenzare la fioritura e il proliferare dell’alga. E’ in atto anche la verifica del funzionamento, nelle zone interessate dal fenomeno, degli impianti di depurazione per individuare eventuali malfunzionamenti. Dove si riscontrassero problemi, si potrebbero proporre soluzioni nell’ambito della programmazione regionale in materia di acque.
Un’altra attività che il tavolo sta pensando di portare avanti, seguendo le linee di ricerca stabilite dal tavolo nazionale formato da ministero dell’Ambiente, Apat e Icram, è lo studio, condotto dall’Ispettorato regionale veterinario, dell’impatto dell’alga sui pesci per capire se l’Ostreopsis ovata sia tossica, oppure no, per gli animali marini.
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