Sicilia, rischio desertificazione
“In Sicilia c’è un 20-30 per cento di aree a rischio desertificazione”. Il dato è emerso, stamattina, a Villa Niscemi, nel corso del convegno dal titolo “Lotta alla desertificazione. Un nuovo approccio per la salvaguardia e il recupero del territorio”, promosso dall’AICA, Associazione Italiana Consulenti Ambientali, in collaborazione con gli assessorati comunali Ambiente e Igiene e Sanità.
Scopo della tavola rotonda, quello di evidenziare il ruolo della gestione sostenibile degli ecosistemi nella salvaguardia del territorio con interventi di recupero e mitigazione del degrado. “Questo incontro – ha sottolineato l’assessore comunale all’Ambiente, Nino Nascè – rientra fra le cento iniziative contro la siccità e la desertificazione, promosse nell’ambito della Giornata Mondiale indetta dalle Nazioni Unite per combattere questi fenomeni, che si è svolta lo scorso 17 giugno”. “I processi di desertificazione – ha aggiunto l’assessore Nascè – sono spesso causati dall’eccessivo e cattivo sfruttamento del territorio. Si tratta di un problema mondiale che coinvolge un miliardo di persone e un centinaio di Paesi. In Sicilia, grazie al lavoro congiunto tra la Regione e i comuni (anche il nostro), esiste da tempo una Carta delle aree vulnerabili, in grado di essere punto di riferimento per le azioni concrete sul territorio”. “A Palermo - ha concluso Nascè - l’assessorato all’Ambiente ha già avviato politiche sulla mobilità sostenibile e sull’energia, ma anche per la salvaguardia dei parchi e delle riserve, a cui si aggiunge il progetto per riqualificare il Parco dell’Oreto: occorre uno sforzo congiunto, perché il rischio desertificazione è un problema di tutti”.
All’incontro, moderato da Antonio Ilacqua, della casa editrice RDPI, hanno anche partecipato Luciano Gristina, del Dipartimento di Agronomia Ambientale e Territoriale dell’Università degli Studi di Palermo e Antonino Drago, dirigente dell’Area Studi e Programmazioni del Dipartimento Interventi infrastrutturali dell’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste. “La desertificazione – ha detto Drago – è la perdita irreversibile di fertilità dei terreni. È un fenomeno lento che nasce da cause antropiche: la Sicilia, con il suo 20-30 per cento di territorio a rischio desertificazione, è la Regione che in percentuale ha maggiore superficie a rischio”.
“Per fronteggiare questo problema – ha aggiunto Drago – occorre contrastare gli incendi; usare attentamene l’acqua irrigua, evitando gli sprechi; agire sul processo di erosione dei suoli; riprendere l’utilizzo della sostanza organica (l’humus), perché questo fattore protegge il terreno; combattere la cementificazione e l’urbanizzazione selvaggia. Le zone in cui è più evidente il rischio desertificazione sono quelle collinari dell’entroterra siciliano della costa meridionale dell’isola”.
Nel corso della tavola rotonda, è stato sottolineato il ruolo dell’AICA che fornisce un contributo importante per comprendere i fenomeni che determinano la desertificazione e per individuare strategie di gestione sostenibile delle risorse.
È stata infine letta una nota inviata dal Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Bruno Dettori, presidente del Comitato Nazionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione, impossibilitato a partecipare ai lavori, perché impegnato al Senato.
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