L'Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea ha chiesto ieri la condanna dell'Italia per aver consentito il degrado del Parco nazionale dello Stelvio con i lavori per la pista da sci per i Mondiali Bormio 2005.
Nel 2003 il parco aveva autorizzato l'ampliamento di due piste da sci e la realizzazione delle infrastrutture connesse in vista dei mondiali di sci Bormio 2005, creando in un bosco un corridoio di 50 metri di larghezza e 500 di lunghezza con conseguente abbattimento di 2500 tra abeti rossi, cembri e larici in una zona protetta dalle direttive europee Habitat e Uccelli.

Proprio quello che rischia di accadere sulle Madonie, - dichiara Angelo Dimarca Vicepresidente Regionale di legambiente Sicilia - dove l’Ente Parco ha presentato una scandalosa proposta per declassare il bosco di faggi della Mufara da zona A e B di riserva a zona C turistica per consentire la realizzazione di un faraonico ed anacronistico progetto di potenziamento degli impianti sciistici e di risalita proposto dall’Assessore al Turismo della Provincia di Palermo.
Fortunatamente nei giorni scorsi la norma che avrebbe consentito lo scempio di Piano Battaglia prevedendo l’ampliamento sino a 60 metri di larghezza delle piste di sci all’interno della faggeta della Mufara e la realizzazione di un impianto da competizione per lo sci da fondo nella zona della Battaglietta, è stato bocciato grazie all’intervento di alcuni deputati e dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente.
Una grande vittoria degli ambientalisti, sullo Stelvio come sulle Madonie.
Bisogna vigilare ora perché cio’ che non è stato consentito in via legislativa, non venga realizzato in via amministrativa, con modifiche al decreto di perimetrazione e regolamentazione del Parco”.
In ragione della gravità della situazione determinatasi e del fatto che la proposta di ampliamento della zona turistica è stata proposta dallo stesso Ente Parco e bocciata dal Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale (organo di consulenza scientifica dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente), nei giorni scorsi WWF e LEGAMBIENTE avevano chiesto di fatto le dimissioni del Presidente dell’Ente Parco, i cui organi devono istituzionalmente perseguire la prioritaria tutela dei valori ambientali.
“Chiederemo – conclude Dimarca - anche alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti, cosi’ come accaduto sullo Stelvio dove sono in corso indagini penali e un procedimento per danno erariale, di vigilare per garantire la tutela di Piano Battaglia e della Faggeta della Mufara (che è un Sito di Importanza Comunitaria ed una Zona di Protezione Speciale), anche perché dal Parco è stata proposta una riperimetrazione per la creazione di una zona C turistica su un’area molto vasta e di gran lunga più ampia rispetto a quella interessata dagli impianti sciistici esistenti”.