Pantelleria, vulcani e terremoti
L'eruzione di un vulcano sommerso tra Sciacca e Pantelleria, potrebbe avere causato il sisma di magnitudo 4.3, avvertito ieri intorno alle 22 lungo la costa meridionale della Sicilia. Secondo l'ispettore regionale dei Beni culturali, Domenico Macaluso, responsabile del nucleo operativo subacqueo della Lega navale sezione di Sciacca, a fare tremare la terra sarebbe stato il nuovo ruggito di uno dei vulcani dell'isola Ferdinandea: l'Empedocle, che prende il nome dello scienziato e filosofo che si gettò in uno dei crateri dell'Etna.
Macaluso e il dirigente regionale della Protezione civile, Salvo Cocina, in elicottero si trovano per ora proprio nel tratto di mare dove nella notte fra il 10 e l'11 luglio 1831, a 26 miglia circa dalla spiaggia di Sciacca, a metà strada da Pantelleria, nella cosiddetta Secca del Corallo, dopo una scossa tellurica, il vulcano sottomarino aprì la sua bocca eruttando scorie e lapilli, formando una piccola isola di circa quattro chilometri di circonferenza e sessanta metri d'altezza, battezzata Ferdinandea in onore del sovrano borbonico Ferdinando II.
L'isoletta si inabissò pochi mesi più tardi per poi riapparire ancora in superficie nel 1846 e nel 1863 e scomparire nuovamente dopo pochi giorni. Ad alimentare la tesi di Macaluso sono le rilevazioni dei sensori multi-parametri posizionati sul vulcano, che attesterebbero il movimento crostale causato dal magma.
"Se troveremo fumi o gas, tracce di pietra pomice o lapilli in quel tratto di mare - ha spiegato Macaluso - potremmo stabilire con maggiore certezza se si è trattato di un terremoto vulcanico-tettonico, come ritiene l'Ingv di Catania. Dalle rilevazioni dei sensori sembrerebbe che a causare il sisma sia stato il cratere Mach 3 del vulcano Empedocle".
L'Empedocle venne scoperto nel 2003. Il vulcano è stato mappato l'anno scorso grazie a un sonar "multibeam" a effetto tridimensionale, mentre un robot è stato calato all'interno del cono, lungo 40 metri.
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