Sicilia, cancro ai cipressi
Diffusione del cancro corticale del cipresso in popolamenti demaniali della Sicilia
Le specie di cipresso (C. sempervirens , C. macrocarpa e C. arizonica) presenti nei complessi boscati della Sicilia risultano tutte introdotte. La notevole capacità del cipresso di adattarsi a condizioni ambientali diverse ne ha determinato l’utilizzo come specie da rimboschimento in aree demaniali marginali nelle quali riesce, comunque, a svolgere bene il ruolo di specie multifunzionale (riduzione dell’erosione e del rischio antincendio, caratterizzazione del paesaggio, contenimento della desertificazione, produzione di manufatti, ecc.). La maggior parte delle specie di cipresso sono colpite dalla malattia “cancro corticale” causata dalle specie fungine Seiridium cardinale, S. cipressi e S. unicorne. Nell’ambito del Programma d’iniziativa comunitaria Interreg III B Medocc, progetto “Medcypre”, è stato effettuato uno studio sulla diffusione e gravità della malattia nelle cipressete demaniali. L’indagine è stata effettuata in 18 popolamenti prevalentemente adulti, scelti a campione, nelle maggiori aree demaniali a cipresso. La determinazione dell’incidenza è stata effettuata su base sintomatica esaminando in ogni sito almeno 100 piante di Cupressus spp. distinguendoli in sane, con sintomi e morte. Inoltre, di ogni pianta con sintomi, è stata valutata la intensità dell’infezione (gravità della malattia) rilevando il disseccamento della chioma secondo una scala convenzionale.
L’indagine evidenzia la diffusione preoccupante del cancro corticale nelle cipressete demaniali della Sicilia. La malattia è risultata presente in 15 popolamenti su 18 esaminati con una media generale dell’incidenza del 46,2 % (piante infette e morte). Pur tuttavia, la distribuzione delle maggior parte delle piante infette nella classe sintomatica più bassa (1-20 %) evidenzia, allo stato attuale, una situazione fitosanitaria incipiente e non eccessivamente grave che però deve essere monitorata costantemente al fine di poter effettuare interventi tempestivi per mantenere basso il carico d’inoculo. Le cause predisponenti la diffusione di S. cardinale sembrano dipendenti dalla associazione di più fattori tra i quali prevalgono quelli favorenti la formazione di ferite (ad es. incendi, gelate tardive, vento, grandinate) e la presenza di una specie suscettibile (C. macrocarpa) che anche in bassa percentuale funge da recettore e diffusore del patogeno il quale, successivamente, aggredisce C. sempervirens.
Agatino Sidoti, Azienda Regionale Foreste Demaniali, UOB n. 3 - Difesa fitosanitaria dei boschi, Via Sclafani 34 - 95034 Acireale (CT)
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